Nasce a terra il sistema cooperativo. Ed è ancora lì che funziona. E che spesso fa la differenza quando si parla di qualità del “made in Italy”. L’ultima mossa nel settore l’ha fatta Trevalli Cooperlat, terza realtà italiana della cooperazione nel mondo del latte. S’è portata a casa Migali, marchio storico di mozzarelle dei Gruppo Ambrosi e leader nella distribuzione nel canale delle pizzerie in Veneto. Niente di ostile. Cooperlat, accresce così la sua presenza in Veneto e punta a conquistare la leadership sulla dorsale adriatica. Da piccola realtà, nata nel 1982 su iniziativa della Confcooperative Marche, è cresciuta.
Nei primi tre anni s’è portata a casa la Clamj-Tre Valli di Jesi, che aveva in pancia la vecchia Centrale dei latte e poi ha continuato con altre realtà cooperative marchigiane, venete, fino a rilevare il marchio Abit di Torino, la Deltalat di Rovigo e la Centrale dei latte Pontino di Aprilia, in fase di ristrutturazione. Nel frattempo Cooperlat è andata all’estero e siglato accordi con la Grecia (dove ha una joint venture) e nei Paesi balcanici. Ma soprattutto già da tempo punta sulla qualità.
I suoi prodotti hanno la certificazione Iso e i suoi formaggi e prodotti la DOP. E non da oggi, ma da metà del 2000. Il fatturato è in crescita da tre anni, nel 2017 è salito a 215 milioni, di cui 37,8 di export. Dentro quello che è ormai un vero Gruppo, ci sono 11 cooperative che acquistano latte da 1000 produttori associati. Quattro gli stabilimenti produttivi. “Trevalli Cooperlat – spiega il suo presidente Pietro Cotellessa – punta nei prossimi anni a ottimizzare i magazzini, a lanciare nuovi prodotti e soprattutto a rafforzare la presenza sulla dorsale adriatica. L’acquisizione del marchio di mozzarelle Migali dal Gruppo Ambrosoli va in questa direzione”.
Aggregare le imprese, spingersi all’estero e spingere su prodotti ad alto contenuto tecnologico. Questa è la filosofia che guida i produttori e l’azienda. “Sul fronte dei mercati esteri lo sviluppo già avviato peri prodotti a base vegetale – aggiunge Cotellessa – si concentrerà in futuro nel settore caseario, in particolare verso i Paesi europei”.
Qualità, attenzione al territorio, ma anche etica d’impresa: quella responsabilità verso i soci, i produttori di latte e il mondo che li circonda, che caratterizza da sempre la cooperazione agricola. “Noi veniamo dalla cultura contadina – dichiara Cotellessa – e vorremmo riprendere alcuni valori da quel mondo, la condivisione, la cooperazione, la solidarietà per fare meglio impresa. Non vogliamo rimanere isolati nei territori dove operiamo – ma mettere a disposizione la nostra esperienza e competenza, dando un contributo per la crescita, anche sociale, delle nostre comunità”.
Alcuni passi sono già stati fatti in passato a favore dell’infanzia e delle famiglie in difficoltà. Con la Lega dei Filo d’Oro è nato il progetto “Alimentiamola vita insieme”, che ha l’obiettivo di promuovere una corretta alimentazione di persone pluriminorate sensoriali per realizzare il nuovo laboratorio di logopedia nel centro nazionale di Osimo. Per dargli una mano ci ha messo la faccia anche Renzo Arbore, con la pubblicità. Un’altra collaborazione è con il Gruppo Abele, che sostiene i nuclei mamma-bambino in condizione di svantaggiate. Insomma, latte e solidarietà.
Fonte: Affari e&Finanza