Valorizzare sempre di più il territorio attraverso i prodotti agroalimentari. Come il vino, facendo diventare l’Italia una delle principali destinazioni internazionali del turismo enologico. «Dietro a un bicchiere di vino, in Francia sono riusciti a legare un pacchetto turistico. Perchè l’Italia non dovrebbe fare come fanno da anni paesi come l’Australia o la California, avendo anche prodotti di qualità superiore?», si chiede il ministro delle politiche agricole, alimentari e del turismo Gian Marco Centinaio, nel corso di una conferenza organizzata al Mipaaft per fare il bilancio di un anno di attività. E la risposta se la dà lo stesso ministro indicando questa come una delle priorità del suo dicastero, il cui percorso è stato già tracciato attraverso il cosiddetto decreto enoturismo, che consente alle aziende vitivinicole italiane di proporre percorsi esperienziali e turistici, equiparando, anche ai fini fiscali, il turismo in cantina all’attività agrituristica.
«L’agricoltura è il settore che quest’anno è cresciuto di più in Italia, e questo dimostra che siamo sulla strada giusta, che stiamo lavorando bene», ha detto il ministro. Ma sono molti i temi toccati da Centinaio, affiancato dai due sottosegretari banco Manzato e Alessandra Pesce . Come la lotta all’abusivismo nel turismo e alla contraffazione nell’agroalimentare. Sul primo fronte, l’introduzione, grazie a un emendamento nel decreto crescita, del codice identificativo per gli affitti brevi e l’iscrizione in una banca dati presso l’Agenzia delle entrate delle strutture ricettive che svolgono questa attività. Sul secondo fronte, quello della lotta alla contraffazione, Centinaio ha fornito i dati dell’attività avviata dall’Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi 1 dei prodotti agroalimentari (Icqrf) nel 2018: oltre 54 mila controlli, 40 mila dei quali ispettivi, 25 mila operatori ispezionati e 561 interventi effettuati fuori dai confini nazionali e sul web. Risultati? Oltre 700 notizie di reato, cioè più del doppio rispetto al 2017. «Questo vuol dire che sono cresciuti i controlli, ma anche che, purtroppo, c’è sempre più gente che vuole fregare i consumatori », ha spiegato il ministro. Che invece vuole rafforzare il sistema di controlli e di tracciabilità dei prodotti attraverso l’etichettatura «nonostante molti stiano remando contro.
La tutela della qualità dei prodotti del made in Italy agroalimentare non può essere diversa da quella che noi esigiamo per i prodotti del fashion». E anche per questo che, annuncia Centinaio, in sede di revisione del trattato Ceta, l’Italia chiederà la tutela dei prodotti italiani contro quelli cosiddetti «Italian sounding», il cui mercato vale oggi circa 100 miliardi di euro. Anche in sede di riprogrammazione della Politica agricola comunitaria (Pac), Centinaio attende che l’Europa prima determini le risorse disponibili, e solo dopo si potrà procedere alla trattativa sulla ripartizione tra paesi. «Vogliamo aprire un tavolo con tutti gli attori del settore, per arrivare alla trattativa sulla Pac con idee condivise», ha detto Centinaio.
Fonte: ItaliaOggi