“Da quando l’accordo di libero scambio tra la UE e il Canada è entrato provvisoriamente in vigore, nel settembre del 2017, l’Italia ha esportato in Canada 438 milioni di euro in più“. Questa la posizione di Ivan Scalfarotto, sottosegretario agli Esteri in risposta alle critiche alla ratifica del trattato di libero scambio con il Canada.
Sottosegretario Scalfarotto, cosa non la convince delle posizioni del suo collega Manlio Di Stefano sul Ceta?
Da quando l`accordo di libero scambio tra la Ue e il Canada è entrato provvisoriamente in vigore, nel settembre del 2017, l`Italia ha esportato in Canada 438 milioni di euro in più. È I dati da settembre del 2017 ci dicono che anche l`export alimentare italiano verso il Canada, dall`entrata in vigore dell`accordo, è cresciuto. Di ben il 9%. Ora, all`interno di qualsiasi accordo di libero scambio, per quanto vantaggioso, può capitare che ci siano dei singoli che ci perdano. Ma questo non è un buon motivo per buttare a mare tutto, semmai bisogna pensare a come compensarli. Ed è a questo che si riferiva anche il ministro Bellanova quando parlava del Ceta, che in generale sula ratifica del Ceta non mi pare abbia espresso alcuna perplessità. Prendiamo i prodotti a Indicazione Geografica, che per la prima volta proprio grazie al Ceta hanno ottenuto protezione in un Paese anglosassone non europeo. Attualmente il trattato tutela oltre il 90% delle Igp che l`Italia esporta in Canada. Qualcuno è rimasto fuori? Il nostro obiettivo deve essere aggiornare la lista e portare dentro anche gli esclusi. Non buttare tutto il trattato. Ma lo sa che, prima del Ceta, non potevamo tutelare in Canada il Prosciutto di Parma perché i canadesi avevano registrato il marchio “Parma”? Esattamente come succede ancora oggi negli Usa… Si, solo che per gli Usa le nostre aziende si lamentano.
Fonte: Italia Oggi