Civiltà del bere
Qual è il metodo più efficace e sicuro per accertare la provenienza dell’uva in una bottiglia di Brunello? Se lo sono chiesti a Montalcino (Siena) i maggiori esperti del settore nel corso del convegno “Tracciabilità del Sangiovese a Montalcino: ricerche e sperimentazioni per l’identificazione dell’origine” organizzato dal Consorzio della blasonata Docg toscana. Dal confronto, è emerso come il sistema più attendibile sia il cosiddetto metodo del profilo antociano, che “batte” quello del Dna. Tutto comincia nel 2008, quando il Consorzio affida un progetto di studio dei metodi per l’identificazione varietale e geografica ciel Brunello di Montalcino alla Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige. Da una serie di analisi condotte sulla frazione colorante (antocianiclinica) di alcuni vini sottoposti a rnn lungo periodo di invecchiamento, i ricercatori hanno capito come la formazione dei pigmenti sia strettamente collegata al vitigno, il che permette di tracciare con sicurezza il Sangiovese presente in quella bottiglia.