Mercato unico Ue Svizzera, dopo sette anni di trattative, caratterizzate anche da momenti di stallo, Berna ha deciso di abbandonare il negoziato per l’accordo quadro istituzionale tra l’Ue e la Svizzera. Restano in vigore l’Accordo di libero scambio siglato 5o anni fa e gli accordi bilaterali I e II (in tutto 120 intese bilaterali), che hanno garantito a Berna una certa autonomia a fronte di un accesso privilegiato al mercato unico.
Ma si tratta di una relazione destinata a “erosione”, ha spiegato una fonte Ue perché man mano che cambieranno le regole europee gli accordi nei settori specifici decadranno. Due i punti su cui non è stata trovata l’intesa: la libera circolazione delle persone, che avrebbe ampliato l`accesso degli europei – era il timore di Berna – all`assistenza sociale della Confederazione, e la creazione dì un quadro giuridico standard per la partecipazione della Svizzera al mercato unico con l`istituzione di un meccanismo di risoluzione delle controversie davanti alla Corte di Giustizia Ue.
La Commissione Ue ha preso atto con ‘rammarico’ della fine delle trattative e ha spiegato che ‘l’accordo quadro era pensato come base per rafforzare e sviluppare le relazioni bilaterali per il futuro’. La Ue è il primo partner commerciale di Berna. Bruxelles sottolinea che ‘accesso privilegiato al mercato unico deve significare il rispetto delle stesse regole e degli stessi obblighi’. Il primo impatto della rottura è già visibile sui dispositivi medicali, su cui da ieri sono cessati il riconoscimento reciproco (Mra) e gli effetti di facilitazione degli scambi, perché nel 2017 è stato adottato un nuovo quadro regolatorio entrato in vigore ieri. L’intesa saltata prevedeva l’allineamento dinamico alle nuove regole Ue, in mancanza i vecchi accordi vanno a scadenza senza essere rinnovati. Altri settori a rischio sono quello agroalimentare e dell’energia (Berna dovrà lasciare le piattaforme di scambio di elettricità Ue).
Fonte: Corriere della Sera