Agricoltura. Il riposízionamento iberico, che ha dimezzato il raccolto nelle ultime stagioni e aumentate i prezzi del 240% in pochi armi valorizzando i propri prodotti, ha aggravato la crisi del settore in Italia
A tutti è capitato di desiderare a lungo qualcosa e quando poi i propri desideri si sono realizzati, ci si è ritrovati davanti una realtà diversa da quella immaginata. È quanto sta accadendo ai produttori e agli industriali italiani dell’olio d’oliva, che per anni hanno lamentato la scarsa valorizzazione del proprio prodotto.
Hanno puntato il dito contro i prezzi sul mercato troppo bassi in grado a stento di coprire i costi di produzione. E ora che l’olio extravergine è finalmente e stabilmente sugli scaffali a prezzi superiori ai 7 anche 8 euro a bottiglia si stanno accorgendo che c’è poco da esultare.
L’effetto immediato è stato un calo dei consumi che in prospettiva preoccupa anche chi in questo frangente ha rafforzato il proprio reddito. Secondo i dati Circana, società leader nell’analisi del comportamento dei consumatori nella grande distribuzione italiana, nei primi dieci mesi del 2023 le vendite di extravergine sono calate del 9%.
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Fonte: Il Sole 24 Ore