Melinda è famosa per il marchio costituito ormai da 25 anni. Il Consorzio che produce la Mela Val di Non DOP firma tre mele storiche della della zona trentina: la Golden, la Red e la Renetta. Nel tempo si sono aggiunte anche altre varietà come la Fuji, la Gala e l’Evelina.
Direttore Paolo Gerevini, quale effetto ha avuto nelle vostre imprese la crisi del COVID19?
“COVID-19 è un fenomeno che in tante realtà ha avuto effetti devastanti. Non è stato così per Melinda, in quanto, producendo beni alimentari, rientrava fra le aziende che dovevano continuare la propria attività. E l’ha proseguita, introducendo tutte le tutele del caso per la sicurezza dei dipendenti, ma garantendo ai consumatori italiani ed europei la presenza delle proprie mele. Melinda opera prevalentemente nel retail e nei mercati ortofrutticoli, che sono canali che hanno continuato ad avere un’attività costante, anzi i retail l’hanno addirittura sviluppata”.
Quale sarà l’attività che il Consorzio pensa di mettere in atto per supportare le imprese nel mercato?
“Come ho detto le nostre aziende sono sempre rimaste operative e non hanno risentito troppo della crisi COVID-19. Per noi l’Horeca è un settore marginale, quindi c’è stata una contrazione che ci ha coinvolto poco. Tutto quello che è stato fatto però è avvenuto grazie alla continuità operativa dei nostri dipendenti e alla preziosa collaborazione degli esportatori che ci hanno consentito di arrivare fino ai punti di vendita e ai mercati”.
Quale sarà l’azione che il Consorzio pensa di mettere in atto per comunicare e informare il consumatore?
“Da subito Melinda ha deciso di destinare 400 mila euro alla sanità italiana perché si individuassero gli interventi più opportuni a tutela dei nostri concittadini e ha sviluppato una seconda iniziativa che ha riguardato i nostri imballi che riportavano sia ricette per gli adulti, sia giochi per i bambini in modo da intrattenerli durante questo periodo che ci ha visti obbligati in casa”.
Quale opportunità potranno cogliere le imprese in questo cambiamento?
“Da tutte le vicende, anche quelle negative, credo che si possa sempre imparare. Gli apprendimenti sono di due tipi: il primo le modalità con cui prestiamo la nostra attività lavorativa, e quindi il telelavoro che credo non sia solo per l’emergenza ma una metodica da tenere in considerazione anche per il futuro, il secondo è un’attenta riflessione sul modo con cui portare valore al consumatore, sia in termini di imballi che in termini di prodotti che rispondano davvero ai loro bisogni”.
Quale attività possono organizzare le imprese e il Consorzio per rilanciare anche il turismo nel territorio?
“Come stimolare l’attività turistica e legarla alla produzione di mele è un tema che Melinda si era già posto anche in collaborazione con gli enti che operano sul territorio, grazie anche al fatto che la Val di Non e la Val di Sole hanno delle attrattive forti. Cercheremo di intensificare questo tipo di attività attraverso due modalità, la prima nella comunicazione al consumatore, dando ulteriore spazio alla bellezza del territorio in cui nascono i nostri prodotti e la seconda in collaborazione con gli enti locali, sviluppando le celle ipogee non solo come strumenti rispettosi dell’ambiente, per la conservazione della nostra frutta, ma anche come luoghi accessibili al pubblico. Speriamo anzi che questo avvenga anche in tempi non lontani, in modo da farne un elemento di attrattiva turistica”.
Fonte: Consortium 2020_02