Intervento del Presidente di Fondazione Qualivita Cesare Mazzetti tenutosi in occasione della II Conferenza internazionale sulle Indicazioni Geografiche “Worldwide Perspective on Geographical Indications” tenutasi a Roma dal 18 al 21 febbraio 2025
Il cibo è molto più di una necessità biologica: è un simbolo di identità, un’espressione della cultura di un popolo e un riflesso delle sue tradizioni. Alcuni piatti sono così radicati nell’immaginario collettivo che evocano immediatamente un Paese e il suo stile di vita. Nel 2003, l’UNESCO ha riconosciuto ufficialmente il valore culturale del cibo, inserendolo tra i patrimoni immateriali dell’umanità. In questa prospettiva, l’Italia ha recentemente candidato la cucina italiana, sottolineando il legame indissolubile tra alimentazione, territorio e identità nazionale. Tra le diverse categorie alimentari, le Indicazioni Geografiche rappresentano con maggiore forza questo legame, combinando tradizione, qualità e appartenenza territoriale.
IG: più di un marchio, una storia da raccontare
Nate come strumenti di tutela della proprietà intellettuale, le IG hanno acquisito nel tempo un valore che va ben oltre il riconoscimento economico e commerciale. A differenza dei marchi di fabbrica, che appartengono a un’azienda, le IG sono legate a comunità, territori e pratiche produttive tramandate da generazioni. Le IG sono multidimensionali: toccano l’identità culturale, il turismo, l’economia locale e la sostenibilità. Ogni prodotto IG racconta una storia, custodisce un sapere artigianale e riflette il patrimonio culturale di un territorio. Il Parmigiano Reggiano, il vino Chianti, il Pisco peruviano, l’olio d’argan africano prodotto dalle donne berbere o il caffè colombiano non sono solo alimenti, ma vere e proprie espressioni di una cultura. La difesa delle IG è spesso un tema di grande rilevanza internazionale. Numerose nazioni hanno combattuto per proteggere la paternità delle proprie denominazioni, come dimostrano le dispute tra Corea e Giappone per il Kimchi o tra Grecia e Cipro per il Loukoumi. Questo dimostra quanto sia cruciale la tutela delle IG per preservare l’autenticità e il valore delle produzioni locali.
Tradizione e innovazione: un equilibrio necessario
Le IG non sono solo una testimonianza del passato, ma un modello produttivo in continua evoluzione. Pur restando fedeli alla loro identità, devono adattarsi ai cambiamenti tecnologici, alle nuove esigenze di mercato e alla sfida del cambiamento climatico. Questo equilibrio tra radici e innovazione è ciò che consente alle IG di mantenere la propria autenticità senza rimanere statiche di fronte alle trasformazioni globali. In un mondo sempre più omologato, le IG rappresentano una barriera contro la standardizzazione alimentare imposta dalla globalizzazione e dalla digitalizzazione. Difendere un prodotto IG significa preservare la biodiversità e garantire la sostenibilità economica e ambientale di un intero territorio.
Un patrimonio che va oltre il cibo
Le IG non riguardano solo il prodotto finale, ma tutto ciò che lo circonda:
- L’architettura rurale, come i caselli di produzione del Parmigiano Reggiano;
- Le tecniche agricole secolari, come la coltivazione della vite a Pantelleria per il Passito;
- Le tradizioni artigianali legate alla produzione.
Questo patrimonio ha un impatto economico e sociale fondamentale per la sostenibilità delle comunità locali. Le IG sono anche un potente strumento di valorizzazione turistica, poiché le comunità che producono questi beni hanno un forte interesse a proteggere e promuovere il loro territorio. Un ambiente curato e autentico non solo valorizza la produzione agroalimentare, ma attrae turisti, creando un’economia circolare virtuosa. Come affermava Claude Fischler, l’uomo è un onnivoro che si nutre di cibo, cultura e immaginario. L’identità visiva e narrativa di un prodotto IG lo rende riconoscibile e desiderabile, evocando nella mente del consumatore una storia e un territorio ben definiti.
Un modello da difendere e diffondere
La tutela e la promozione delle IG non sono una questione esclusivamente europea, ma una sfida globale. Da oltre 25 anni, la nostra fondazione studia gli aspetti economici, sociali e culturali delle IG, collaborando con istituzioni internazionali per sviluppare sistemi di protezione efficaci. Abbiamo lavorato con diversi governi, tra cui la Norvegia, per creare sistemi di tutela ad hoc e siamo pronti a condividere la nostra esperienza con tutti coloro che vogliono valorizzare e proteggere le proprie produzioni locali. Difendere le IG significa difendere le comunità, la cultura e l’identità dei territori, in un’ottica di sviluppo sostenibile. Le IG sono un modello di eccellenza che va oltre l’aspetto economico: rappresentano un modo per preservare la diversità culturale e produttiva, garantendo un futuro più equo e sostenibile per le generazioni a venire.
Cesare Mazzetti, Presidente di Fondazione Qualivita
Fonte: Consortium 2025_01