“Caro direttore, la piaga del caporalato è ancora aperta: oggi è la festa dei lavoratori e vogliamo ribadire con forza la nostra battaglia contro questa ferita
Il governo ha presentato lo scorso novembre un disegno di legge in materia di contrasto ai fenomeni del lavoro nero e dello sfruttamento in agricoltura, aggravati dalla sempre più massiccia presenza della criminalità organizzata nei circuiti dell’economia illegale.
C’è stato dunque un tempo per la discussione, ma deve venire ora il tempo della decisione: l’indignazione non basta. Ora la proposta è all’esame del Senato. Contiene modifiche al codice penale, per prevenire e colpire in modo organico il fenomeno nelle sue diverse manifestazioni a partire dall’estensione dell’applicazione della confisca obbligatoria, anche per equivalente, al delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
Contiene una riformulazione della condotta del reato per graduare meglio la punibilità del caporale e quella del datore di lavoro consapevole. Contiene una revisione degli indici di sfruttamento per renderli più incisivi. Contiene, inoltre, l’estensione dell’arresto obbligatorio, e l’introduzione della responsabilità amministrativa degli enti per il delitto di intermediazione illecita e di sfruttamento del lavoro. Contiene, infine, l’estensione della finalità del Fondo per le vittime della tratta di persone anche a coloro che subiscono questo odioso reato.
Se questo primo maggio ci darà non solo la memoria delle storiche battaglie del movimento operaio, ma anche una diversa consapevolezza di ciò che serve alle condizioni del lavoro oggi, sarà una giornata di festa ben spesa. E avremo presto la legge. Il governo, intanto, sta facendo la propria parte. Con le forze dell’ordine e gli organismi ispettivi lavora al rafforzamento dei controlli sul territorio (aumentati nel 2015 del 59,4 per cento). Grazie all’impegno dei ministri Poletti e Alfano partiranno in alcune province le sperimentazioni dei programmi di accoglienza dei lavoratori agricoli stagionali, in collaborazione con le associazioni del terzo settore.
Continuiamo poi a sostenere un patto di responsabilità sempre più robusto, che coinvolga le filiere agroalimentari – dai produttori alle industrie alla distribuzione organizzata per scongiurare che la flessibilità dell’organizzazione del lavoro vada a detrimento della sicurezza, della trasparenza e della legalità. Così come sosteniamo la doverosa riflessione che si è aperta per correggere e migliorare l’utilizzo dei voucher in alcuni settori, contrastandone in radice l’abuso. Siamo infine convinti che la “Rete del lavoro agricolo di qualità”, attivata con il decreto 91/2014 e resa operativa dallo scorso settembre, possa rappresentare una svolta perla certificazione delle attività, anche grazie alla sensibilizzazione del cittadino-consumatore.
Caro direttore, insieme alle luci non mancano le ombre. Ma, dopo anni di dura crisi, i dati sull’occupazione indicano una chiara inversione di tendenza: la disoccupazione è oggi scesa ai minimi dal 2012. A noi preme aggiungere che non ci servono solo nuovi posti di lavoro, ci serve anche buona occupazione. Serve anche all’economia del Paese, che cresce e si afferma se agisce sui fattori di competitività del sistema delle imprese senza comprimere i diritti e la dignità del lavoro.
Lo dobbiamo ai tanti che come Giuseppe Di Vittorio hanno speso una vita intera nella lotta per la dignità di ogni lavoratrice e di ogni lavoratore nel nostro Paese. E lo dobbiamo ai tanti che, ancora oggi, devono poter vivere con piena dignità la propria esistenza”.
Gli autori sono, rispettivamente, Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina e ministro della Giustizia Andrea Orlando
Fonte: La Repubblica