Maurizio Martina – Ministro delle Politiche Agricole: “La crescita di export delle nostre Indicazioni Geografiche conferma l’importanza strategica di questo settore per tutto il made in Italy. Il nostro impegno resta alto per valorizzare e tutelare un modello che per noi rappresenta un tratto distintivo, in grado di unire qualità, identità e legame con il territorio. Abbiamo davanti sfide decisive. A partire dal fatto che il 75% del valore complessivo è detenuto da 30 IG, con una concentrazione delle produzioni nel 20% delle province del Paese. È necessario superare questi gap puntando a un quadro più omogeneo e per farlo occorre soprattutto fare in modo che il Sud riesca a cogliere appieno le opportunità che ci sono facendo un salto di qualità concreto. Serve soprattutto una spinta all’organizzazione e a una nuova managerialità anche per i consorzi. In questi mesi abbiamo messo in campo degli strumenti utili, come quelli del Piano internazionalizzazione ma anche della promozione che per la prima volta in Italia è stata avviata all’interno della Grande distribuzione organizzata”.
Raffaele Borriello – Direttore Generale Ismea: “La performance che le IG registrano sul fronte delle esportazioni richiede una maggiore attenzione nelle politiche in ambito di scambi commerciali, soprattutto nei Paesi terzi. In particolar modo nel mercato americano, principale sbocco del made in Italy agroalimentare e vitivinicolo, alla luce delle minacce protezionistiche dalla presidenza Trump, è necessario proteggere il sistema delle produzioni certificate con un rinnovato impegno politico. Le DOP IGP italiane rappresentano in questo senso un modello di riferimento per controllo, qualità e garanzie ai consumatori, e si confermano veri ambasciatori del made in Italy nel mondo”.
Giuseppe Liberatore – Presidente AICIG: “Maggiore conoscenza = Maggiore competitività del sistema IG. Sembra un’equazione apparentemente banale, per quanto scontata. Eppure, l’esigenza di raccogliere elementi conoscitivi oggettivi, su cui fondare processi decisionali complessi, diviene fattore sempre più imprescindibile per governare correttamente sistemi assoggettati a variabili mutevoli. La capacità di gestire il cambiamento non può essere affidata al caso. Ed è proprio in questa prospettiva che si colloca l’opera paziente e meritoria condotta con cadenza annuale da Fondazione Qualivita e Ismea, supportata convintamente da AICIG. Disporre di un’istantanea affidabile sullo stato di salute del settore IG, consente ad operatori ed Istituzioni di interpretarne le principali dinamiche in atto e di individuare quelle “leve competitive” che possono favorire una crescita armonica e consolidata delle filiere della qualità certificata”.
Riccardo Ricci Curbastro – Presidente Federdoc: “Il patrimonio viticolo italiano e le Denominazioni di Origine rappresentano una delle massime eccellenze del nostro Paese conosciute ed apprezzate in tutto il mondo. Tale apprezzamento ci ha condotto negli ultimi anni a raggiungere importanti risultati sul fronte export: 5.4 miliardi di euro di introiti ottenuti dal settore vino nel 2015 ed una crescita esponenziale dei nostri prodotti nei Paesi Terzi, ai quali destiniamo circa l’80% delle nostre etichette. Di fronte a questo scenario, che conferma ancora una volta la capacità ormai secolare dei nostri produttori e il grande valore della nostra tradizione di ingegno e della varietà e ricchezza del nostro territorio, dobbiamo far nostro l’arduo compito di far crescere ancora sul mercato il valore delle nostre produzioni, e in particolare delle nostre eccellenze, le Denominazioni di Origine, cercando di superare i risultatati finora raggiunti. Il XIV Rapporto Ismea Qualivita rappresenta un valido strumento per aiutare il nostro settore al raggiungimento di questo obiettivo”.
Mauro Rosati – Direttore Generale Fondazione Qualivita: “In questi quattordici anni il nostro Rapporto ha evidenziato come il comparto delle DOP IGP si sia costantemente sviluppato, tanto in termini economici che culturali, diventando sempre più un’icona del territorio italiano; analizzando i dati attuali possiamo affermare con certezza che le IG rappresentano un vero e proprio modello di impresa e di business per il quale l’Italia vanta un primato fatto non solo di numeri ma anche di professionalità, innovazione e mercato. Gli indicatori, in particolare quelli dell’export (+9,6%), testimoniano come le risorse messe a disposizione dai programmi di promozione italiani ed europei – OCM, Piano straordinario made in Italy – che in questi anni hanno supportato l’internazionalizzazione, sono state ben utilizzate dalle imprese del settore, dai consorzi e dai raggruppamenti che si sono creati per affrontare i mercati dei Paesi terzi. Un comparto che dipende ancora molto dalla GDO (51%) ma che è alla continua ricerca di ulteriori canali di distribuzione capaci di riconoscere il giusto valore all’agricoltura italiana”.
Fonte: XIV Rapporto Ismea Qualivita