Nella zona toscana del mugello la battaglia delle castagne sembra vinta. Gli antagonisti sessuali, ma forse ancor più il clima di questa annata così decisa, hanno sconfitto il Cinipide galligeno, la micidiale «vespa cinese» che negli ultimi anni aveva decimato la raccolta. Anche se all’orizzonte si profila un nuovo nemico, il fungo Gnomo gnosis, che rende il frutto nero di muffa. Le castagne sono tornate, il raccolto è completato, è tempo di essiccare nei metati – così si chiamano sull’Appennino.
Marrone del Mugello IGP circa 3mila ettari su una superficie di 8 comuni, con una resa che può variare da 10 a 20 quintali per ettaro, per un raccolto totale che quest’anno si stima sui 30mila quintali, in linea con la media delle più recenti annate “buone” – non è l’unica castagna toscana protetta da denominazione. Gli fanno buona compagnia il Marrone di Caprese Michelangelo Dop, la Castagna del Monte Amiata Igp, e tra i derivati, la Farina di Neccio della Garfagnana Dop e la Farina della Lunigiana Dop.
Fonte: QN