Territorio incontaminato, sostenibilità e un’ampia proposta di prodotti
Nato nel 2014 per tutelare e promuovere la qualità dei vini della DOP Maremma Toscana, il “Consorzio tutela Vini della Maremma Toscana” oggi è una realtà che conta oltre trecento soci fra viticoltori, vinificatori e imbottigliatori, di cui oltre novanta aziende “verticali” che vinificano le proprie uve e imbottigliano i propri vini, per una produzione totale che sfiora i 6 milioni di bottiglie all’anno. La Maremma Toscana è uno dei pochi territori viticoli che può vantare un’associazione quasi naturale col concetto di sostenibilità, suscitando nel consumatore sempre più interesse. Si presenta come una Toscana alternativa del vino, dove, a fianco dei grandi rossi, nascono anche sorprendenti vini bianchi – trainati dal fenomeno Vermentino in forte ascesa – e svariate proposte di rosati. Indubbiamente stiamo parlando di una terra unica capace di dare vita a molte tipologie di vino che esprimono proprio il suo territorio così variegato. Ai vitigni autoctoni – Ciliegiolo, Canaiolo nero, Alicante, Sangiovese, Pugnitello, Aleatico, Vermentino, Trebbiano, Ansonica, Malvasia, Grechetto – si affiancano varietà internazionali come Cabernet Sauvignon, Cabernet franc, Merlot, Syrah, Viognier, Sauvignon, Chardonnay, Petit Verdot. La Denominazione comprende l’intera provincia di Grosseto che si estende dalle pendici del Monte Amiata e raggiunge la costa maremmana e l’Argentario fino all’isola del Giglio. Un’area geografica caratterizzata da territori e climi molto diversi che incidono profondamente sulle caratteristiche della ricca e variegata gamma di vini proposta. Ce ne parla Francesco Mazzei, presidente del Consorzio dal 2018.
Presidente Mazzei proviamo a fare un bilancio ad oggi della DOP Maremma Toscana. Come è percepita sui mercati nazionali ed internazionali?
Parliamo di una Denominazione che non ha ancora una “forma” definita nell’immaginario del consumatore, è ancora tutto in costruzione e va in parallelo con il lavoro che stiamo facendo per accrescerne la notorietà. La DOP Maremma Toscana si conferma al quarto posto, per superficie vitata rivendicata, tra le DOP toscane dietro soltanto al Chianti DOP, Chianti Classico DOP e Brunello di Montalcino DOP. Oltre ai rossi, più consolidati sul mercato, anche i bianchi e i rosati contribuiscono alla spinta. Territorio incontaminato, sostenibilità e proposta ampia di prodotti sono i nostri plus. La DOP Maremma Toscana è giovane e ha una potenzialità di crescita molto importante anche in termini di volumi. Oggi produciamo quasi 6 milioni di bottiglie, ma puntiamo su obiettivi di crescita quantitativa e qualitativa del prodotto.
A poco più di un anno dal suo insediamento con il nuovo Cda, qual è il piano d’azione?
Il nostro piano d’azione si basa su una strategia che affonda i suoi “pilastri” in quel territorio ampio e variegato che è la Maremma Toscana. È proprio in quest’ambiente estremamente articolato che, grazie al grande lavoro dei produttori locali, impegnati in una forte crescita quantitativa e qualitativa dei vini prodotti, altri importanti gruppi e aziende stanno dando vita a progetti vitivinicoli, riconoscendo nella Maremma un’opportunità su cui investire. Una Toscana del vino innovativa, in costante crescita e dalle grandi potenzialità: sono queste le certezze da cui, un anno fa, è partita la gestione del nuovo Consiglio d’Amministrazione.
Si parla sempre più di “sostenibilità”: qual è la vostra esperienza?
Sono pochi i territori viticoli – e più genericamente rurali – che possono vantare un’associazione quasi naturale col concetto di sostenibilità, come la Maremma e i suoi vini sono in grado di fare, suscitando nel consumatore sempre più interesse. Si tratta di un territorio che registra una quasi totale assenza d’insediamenti industriali, non vi è quindi inquinamento e la natura è davvero incontaminata, basti pensare che ormai da anni i mari della costa sono riconosciuti come i più puliti d’Italia. E sono molte le aziende maremmane che producono i propri vini nel rispetto assoluto per il territorio secondo un approccio sostenibile, tanto che il Consorzio si è fatto promotore di progetti che vogliono valorizzare tali aspetti, facendosi agente comunicatore di nuove linee d’azione atte ad esprimere al meglio le caratteristiche naturali della zona.
Presidente come vi state muovendo per la promozione dei vostri vini a livello nazionale e internazionale?
Stiamo lavorando per portare l’attenzione non solo sul vino ma su un territorio che gode di caratteristiche uniche. Si vuole dare visibilità alla Maremma come brand. Un marchio che racconta una Toscana “alternativa” del vino su cui investire, valorizzandone le peculiarità. Si tratta di un progetto a lungo termine che punta anche su una sinergia strategica con le altre realtà attive sul territorio come i Consorzi del Morellino di Scansano DOP e del Montecucco DOP, poiché ritengo che ognuno di noi rappresenti diverse sfumature di uno stesso colore. Abbiamo stilato un fitto calendario di appuntamenti nazionali e internazionali fieristici, per gli operatori, per la stampa e per i wine lovers. Stiamo accelerando su tutti i fronti per dare risalto alla Denominazione e a tutte le sue sfaccettature.
A cura di Elena Conti
Fonte: Consortium 2020/01