Il valore delle esportazioni di cibi e bevande salito da 33,5 miliardi a 61 miliardi
Negli ultimi dieci anni il valore dell’export del made in Italy agroalimentare è cresciuto dell’81%. In pratica, è quasi raddoppiato. A calcolarlo è l’Ismea, che ieri ha presentato il suo ultimo rapporto sull’internazionalizzazione del cibo e delle bevande italiane, che sui mercati esteri sono passati dai 33,5 miliardi del 2013 ai 60,7 miliardi del 2022.
Con quasi 28 miliardi di euro, venti prodotti distintivi del made in Italy rappresentano da soli il 53% del valore totale dell`export agroalimentare. A quali categorie in particolare si deve il successo dell’Italia sulle tavole mondiali? I primi cinque campioni dell’export, in termini di valore, sono il vino, la pasta, il tabacco lavorato la cui forte crescita si deve a un accordo commerciale del 2016 tra il governo italiano e la multinazionale giapponese Jti – i formaggi stagionati e i prodotti della panetteria e della pasticceria, in particolare le pizze e i dolci da ricorrenza.
Nel quinquennio 2017-2021 i maggiori tassi di crescita sono stati messi a segno dal comparto delle salse e dei sughi, che hanno segnato un aumento medio annuo del 9,1%. Al secondo posto ci sono i derivati dei cereali, tra cui la pasta (+7,8% annuo); seguono latte e derivati (+8,2%).
Fonte: Il Sole 24 Ore