La Stampa
La Federalimentare, che associa le aziende italiane del cibo, e il governo italiano hanno avviato un’iniziativa di attacco globale per promuovere il Made in Italy in questo settore, e parlare di attacco non è esagerato, perché si tratta (fra le altre cose) di combattere le contraffazioni e soprattutto le barriere tariffarie e non tariffarie (insidiose soprattutto queste ultime) che bloccano i nostri prodotti alle frontiere. L’iniziativa prende di mira in particolare 12 Paesi fondamentali per capacità di consumo attuale e potenzialità di crescita: Australia, Brasile, Canada, Cina e Hong Kong, Corea del Sud, Emirati Arabi, Giappone, Russia, Thailandia, Turchia e Stati Uniti. L’industria alimentare italiana conta 6250 aziende con più di 9 addetti e un fatturato di 130 miliardi di euro. Con i consumi interni in recessione, l’export rappresentala più importante valvola di sfogo e di redditività per il settore: nel 2012 ha raggiunto quasi 25 miliardi di euro, con un’incidenza sul fatturato totale dell’industria alimentare del 19%.