Il Sole 24 ore
Va in scena a Londra lo scontro tra Stati sulla governance di internet, con al centro l’assegnazione dei domini internet “.wine” e “.vin”. In occasione del 50esimo meeting dell’Icann, in programma nella capitale del Regno Unito fino a domani, Italia, Francia, Spagna, Portogallo e Commissione europea hanno attaccato “nel nome del vino” tutta la procedura di aggiudicazione dei domini generici. Obiettivo, evitare che “chianti.wine” e “champagne.vin” finiscano, senza alcun titolo, in mani cinesi o americane, frodando la buona fede dei consumatori. Con una lettera dai toni aspri datata 17 giugno e inviata all’Icann la società statunitense che dal 1998 si occupa dell’assegnazione dei domini web
il commissario uscente Ue alla Concorrenza, l’olandese Neelie Kroes, ha, infatti, definito «inaccettabile» la vendita al migliore offerente dei domini web “.vin” (in francese) e “.wine”, «senza clausole di salvaguardia nei confronti delle indicazioni geografiche». Dallo scorso anno, infatti, per volere dell’Icann è possibile registrare i cosiddetti domini “personalizzati” (ad esempio, pizza, book, roma e, appunto, .vino). Ma la gestione della loro assegnazione non piace all’Europa, perché champagne e chianti, barbera e lambrusco, tutti wine, potrebbero finire in mano a società che nulla hanno a che fare con gli originali, soffocando il marchio dop e la qualità agroalimentare che contraddistingue soprattutto il nostro “made in Italy”.