Giù tutti gli ulivi infetti del Salento: un milione e mezzo. E giù tutti quelli vicini alle piante malate sino a 100 metri di distanza. Sentito il parere scientifico dell’Efsa l’Autorità per la Sicurezza Alimentare -, la Commissione ha proposto agli stati dell’UE due mosse decise per espiantare migliaia di fusti e scongiurare il propagarsi della Xylella fastidiosa, il batterio che sta soffocando i più sacri fra gli alberi pugliesi. I colpi di scena sono sempre possibili, ma il voto che i governi esprimeranno stamane pare scritto. La Francia e gli altri Paesi mediterranei temono il contagio, hanno paura per le vigne e chiedono una linea durissima. L’Italia difende il suo patrimonio. Può limitare il danno, però andare oltre sarà difficile.
Tragica storia, questa degli ulivi pugliesi, creature secolari colpite da un male giunto probabilmente dal Costarica e messo un circolo da un insetto vettore, la cicala sputacchina, che si infetta quando estrae la linfa dagli alberi malati e poi diffonde il morbo quando passa al successivo. Il primo focolaio è dell’ottobre 2013. Il batterio si è trasmesso lentamente, già un anno fa Bruxelles aveva avvisato le autorità italiane e si ritiene che la risposta non sia stata all’altezza dell’urgenza. In gennaio l’Efsa ha dato l’allarme: «La Xylella rappresenta un grave rischio per il territorio Ue perché le piante ospiti e i vettori sono presenti in tutto il continente, con frequenti condizioni ambientali ad essa favorevoli».
Fonte: La Stampa