Le follie degli euroburocrati
Nemmeno il tempo di metabolizzare l’analisi severa di Mario Draghi sull’Europa che Bruxelles ha calato sul tavolo un`altra delle sue solite carte matte. “Vino, milioni di etichette da buttare fuorilegge per un regolamento Ue”.
Sembra una fesseria, ma a meno di una moratoria (quanto mai opportuna) molte aziende potrebbero perdere una montagna di soldi proprio a ridosso delle festività. La colpa è tutta di un cavillo contenuto nelle linee guida della normativa europea sull’etichettatura dei vini: i soliti “tecnici” hanno deciso che sull’etichetta va scritta la parola “i” di ingredients non ritenendo sufficiente il solo qr-code.
È paradossale che mentre si parla tanto di ecosostenibilità, per un cavillo si debbano buttare al macero milioni di etichette, ma il grosso del danno è che nei palazzi di Bruxelles la burocrazia viene prima dell’economia reale, soprattutto in questo difficile periodo. Secondo l’Unione italiana vini, in Italia si calcola al ribasso qualcosa come 50 milioni di etichette da buttare; e il danno più grosso ce l’hanno i produttori di spumanti perché il processo di spumantizzazione si chiude dopo il 7 dicembre.
“È vergognoso: l’Ue continua a non ascoltare i produttori. I burocrati europei vivono negli uffici con aria condizionata d`estate e riscaldamento d`inverno, non conoscono i sacrifici legati al lavoro della terra e i problemi del settore. E ci chiedono di buttare via soldi ed etichette in momento in cui la sostenibilità è tutto”, è la voce dei produttori.
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Fonte: Libero Quotidiano
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