Nell’Emilia Romagna, regione che conta più Dop al mondo (44), da quasi mezzo secolo c’è un’associazione che opera per la promozione e per valorizzazione del patrimonio vinicolo: l’Enoteca Regionale Emilia Romagna.
Proprio l’Enoteca Regionale Emilia Romagna sarà presente a Siena il 5 febbraio per il Kickoff di Qualivita in cui si farà il punto sulle indicazioni geografiche e sulle opportunità di crescita del sistema delle denominazioni.
Come si è chiuso il 2018? «L’anno appena concluso è stato senza dubbio positivo; svolgiamo un’attività completa per i nostri 210 associati e non solo. In una logica di sistema abbiamo stretto le maglie di collaborazione con tutti i consorzi nell’intento comune di rafforzare lo stato di salute del brand di riferimento»
Quale sarà la sfida principale per il 2019? «Senza dubbio la sostenibilità; l’Emilia Romagna è sinonimo di terra del buon vivere e dobbiamo riuscire a declinare questo concetto anche in termini ambientali. Dobbiamo puntare sulla consapevolezza che un certo modo di fare agricoltura non può prescindere dall’ambiente».
I nuovi mercati impongono poi delle riflessioni… «Sul tema ci siamo dotati di un osservatorio permanente. Bene l’accordo con il Canada e il libero scambio nell’accordo tra Ue e Giappone porterà ad un incremento dell’export del 20% di tutto il settore agroalimentare. Nei primi 6 mesi dello scorso anno le esportazioni in Italia sono aumentate del 6% ma il dato per la nostra regione è stato dell’11%. Contiamo sul nostro territorio 44 Dop e non c’è regione al mondo che ne ha tante. E’ inevitabile che la tutela dell’origine del prodotto fa rima con tutela dell’export»
Come si può rafforzare il sistema delle Indicazioni Geografiche? «Serve una task force a livello ministeriale per la tutela dei nostri prodotti; un pool di ispettori che girano il mondo per combattere contraffazioni e mistificazioni delle Dop e delle Igp».