L’intervista al Ministro Lollobrigida: “Dobbiamo chiarire a Bruxelles che l’agricoltura non è un nemico dell’ambiente ma ne è il principale alleato”.
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Qual è il principale difetto della riforma?
Innanzitutto, la PAC che ci siamo trovati e sulla quale non abbiamo avuto alcuna voce in capitolo è stata immaginata prima del Covid e prima delle guerre in Ucraina e in Medio Oriente. Un’era geologica fa. Un mondo nel quale era ancora vivo e vegeto il Wto e se c`era bisogno di una commodity agroalimentare la si poteva reperire sul mercato internazionale spesso a costi più bassi di quelli necessari per produrla. Questo assetto non esiste più. Gli scambi commerciali non sono scontati, ci si può trovare di fronte a improvvise chiusure e i temi della sovranità alimentare sono tornati centrali.
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E le proteste sull’esenzione Irpef?
L’abbiamo reintrodotta per le imprese più piccole perché lo sgravio per tutti era ingiusto. E metteva sullo stesso piano piccoli (con importi minimi) e grandi proprietari che invece avrebbero dovuto fornire un contributo più sostanzioso. Riteniamo più giusta la proroga biennale dell’esenzione per i piccoli. Francia e in Germania hanno protestato per la fine degli aiuti al gasolio agricolo che secondo il documento Repower vanno eliminati entro il 2026. Una partita che da noi vale 1,3 miliardi.
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Fonte: Il Sole 24 Ore