La Repubblica
Vent’anni fa il dibattito scoppiò sul pomodoro perfetto. Ora otto italiani su dieci non vogliono i prodotti transgenici e il governo lì ha vietati. Ma sono presenti in molti mangimi dati agli animali che ci forniscono il cibo. E gli scienziati dicono: nessun rischio. Il primo “mostro” fu un pomodoro. Rosso, lucido, sodo e con una caratteristica importante: non diventava troppo maturo. Fu il primo OGM (organismo geneticamente modificato) di cui si parlò in Italia, anche se l’ortaggio in questione era stato «costruito» in California-non arrivò mai nel nostro Paese. L’allarme – correva l’anno 1994 – fu però alto: «Scienziati più o meno pazzi stanno manipolando la natura, che succederà alle nostre colture invase da colture aliene…». «No OGM», «Ogm free» in questi vent’anni sono diventati vessilli di mille battaglie.
«Otto italiani su dieci – sostiene la Coldiretti, la pìù grande associazione di coltivatori – non vogliono gli OGM e bene ha fatto il governo a vietarli su tutto il territorio nazionale». Gli organismi geneticamente modificati (chili sostiene preferisce chiamarli “geneticamente migliorati”) non sono arrivati nei campi degli agricoltori ma hanno riempito i nostri piatti.