La ex ministra dell’agricoltura si è limitata a spendere per l’olio i soldi stanziati dal predecessore Centinaio. È mancato un vero piano per il settore
L’Italia dell’olio d’oliva subisce un secondo sorpasso. Dopo essere stati scavalcati alla Spagna a metà degli anni Novanta, ora è la Grecia a superarci nella produzione di extravergine. I coltivatori ellenici hanno chiuso la campagna 2020-2021 con una produzione di oro verde intorno alle 265mila tonnellate, mentre le olive made in Italy hanno prodotto meno di 250mila tonnellate di olio.
Prima, oramai lontanissima, è la Spagna che nell’ultima campagna è riuscita a produrne quasi 1,6 milioni di tonnellate. Sei volte la produzione tricolore. Quest’ultimo sorpasso si deve soprattutto al calo che ha colpito l’olio italiano e si è spalmato in quasi tutte le regioni ove si produce di più, Puglia, Calabria e Sicilia e trae origine da due fenomeni concomitanti. Da un lato il calo produttivo legato alla Xylella che ha fatto strage di ulivi in Puglia e dall’altro la ciclicità del raccolto che alterna annate abbondanti ad annate di scarsità. Come l`ultima.
«È giunto il momento di rinnovare l’olivicoltura nazionale, che deve aprirsi a modelli innovativi e sostenibili in grado di garantire un futuro sereno», spiega il presidente di Italia Olivicola, Fabrizio Pini, «e in tal senso, contiamo sull`impegno del nuovo ministro Patuanelli, che sarà chiamato a lavorare su un piano olivicolo nazionale utile a recuperare il gap con gli altri Paesi e indicare quale strada dovremo percorrere per aumentare la produzione, conservare la qualità e mantenere la competitività».
L’ultimo piano olivicolo risale addirittura al 2016, mentre i 300 milioni previsti per il biennio 2020-2021 si devono a un’iniziativa dell’ex ministro Centinaio finalizzata dal governo Conte II e sono destinatari a finanziare la piantumazione dei nuovi ulivi al posto di quelli sterminati dalla Xylella. La ex ministra Bellanova si è limitata a spendere soldi già stanziati in precedenza, senza aggiungere una virgola di suo.
L’unica buona notizia riguarda i consumi interni di extravergine, cresciuti del 6% nell`anno della pandemia, con le importazioni in calo del 9,4%. I prezzi alla produzione sono i più elevati d’Europa, a testimonianza della qualità del nostro olio, ma restano bassi: dai 4,45 euro al chilo di Brindisi ai 6 euro di Chieti. Con la DOP Val di Mazara ferma addirittura a 5,25 euro il chilo.
Fonte: Libero