Adesso è caccia al «colpevole», a chi ha sollecitato l’intervento di Bruxelles perché venga eliminata la legge italiana del 1974 che vieta la detenzione e l’utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero caseari. Quella norma per la Commissione Europea rappresenta una restrizione alla «libera circolazione delle merci» e il rischio per l’Italia è una procedura di infrazione con le sue conseguenze.
È montata la protesta. Per Coldiretti Bruxelles ci vuole imporre «il formaggio senza latte». La Cia, Confederazione italiana agricoltori preferisce ricordare che per i formaggi DOP e IGP non cambia nulla e che resta l’obbligo di indicare un eventuale utilizzo di latte in polvere tra gli ingredienti. Per i politici, a prescindere dallo schieramento, va difesa la particolarità italiana.
Unica voce fuori dal coro Assolatte: «È dal 1981 che chiediamo l’abolizione di quella legge». Il presidente Giuseppe Ambrosi spiega che «Assolatte è in prima linea per difendere la qualità del sistema lattiero caseario italiano» ma la UE «ha ravvisato un ostacolo della nostra legislazione all’impiego di tecnologie nel settore lattiero caseario, da tempo ampiamente utilizzate in tutti gli altri Paesi della Comunità». Insomma, un problema di competitività e concorrenza ad armi pari con i produttori stranieri.
Fonte: Corriere della Sera