Il ruolo della finanza nel mettere a terra i tanti progetti previsti, Bastianini, ad di Mps: pronti a supportare le imprese
Con gli oltre 220 miliardi messi sul piatto, il Piano nazionale di ripresa e resilienza è un vero e proprio banco di prova per l’Italia, che ha l’occasione di entrare nell’Europa dei grandi.
È un’opportunità per avere un Fisco più equo, delle infrastrutture migliori e una Pubblica amministrazione più efficiente. L’Italia è il Paese che ha ricevuto la parte più consistente dei 750 miliardi stanziati con il Next Generation Eu (è incorporato nel piano 2021-2027 da 1.800 miliardi).
Proprio per questo è fondamentale fare bene i compiti. Bisogna essere costruttivi e saper spendere i soldi, anche perché il PNRR si basa sull’impatto degli interventi realizzati. In sostanza non si guarda solo a quanto è stato speso, ma anche agli effetti degli investimenti, come per esempio ai posti di lavoro creati o all’energia alternativa prodotta e consumata.
In questo contesto la finanza ha un ruolo di primo piano per far arrivare le risorse dove devono essere allocate. E in questo scenario si inquadra l’iniziativa di Banca Monte dei Pachi di Siena, un tour con l’obiettivo di far conoscere al territorio le opportunità del PNRR.
Dopo gli appuntamenti di Napoli e Valdobbiadene, lunedì 29 novembre il roadshow “Viaggio nell’Italia del Pnrr e della transizione. Un’occasione di crescita per imprese e territorio”, organizzato dall’istituto senese con Jp Morgan Asset Management e L’Economia del Corriere della Sera, ha fatto tappa a Firenze, al Teatro Verdi: oltre 300 le persone intervenute.
Un evento a cui hanno partecipato Guido Bastianini, amministratore delegato di Banca Monte dei Paschi di Siena, Luciano Monti, docente di Politiche dell’Unione europea Dipartimento di Scienze Politiche Luiss Guido Carli, Maria Paola Toschi, global market strategist di Jp Morgan Asset Management, Lorenzo Alfieri, country head di Jp Morgan Am e Mauro Rosati, direttore generale Fondazione Qualivita.
I lavori sono stati conclusi da un intervento di Eugenio Giani, presidente Regione Toscana. In rappresentanza delle imprese del territorio, il roadshow ha ospitato Antonella Mansi, presidente Centro di Firenze per la Moda Italiana, che sull’opportunità offerta dal PNRR è stata tranchant: “Il Piano nazionale detta le linee guida, o comunque individua le traiettorie di crescita e sviluppo, che per settori come quello della moda sono imprescindibili. Se non si perseguono obiettivi di sostenibilità, digitalizzazione e formazione, le aziende non avranno più diritto di cittadinanza nel mondo della competizione globale”.
Ma non sarà un percorso facile. “L’esperienza pregressa ci gioca contro, con l’Italia che negli ultimi 3o anni ha mostrato una capacità di spesa dei fondi strutturali di 1o miliardi all’anno. E ora ne dobbiamo spendere tra i 40 e i 50 miliardi – ha avvertito Monti -. Fino a oggi, a pesare sul Paese è stato da un lato il peso della burocrazia e dall’altro il fatto di non aver accompagnato la spesa dei fondi con le riforme. All’orizzonte, però, si intravedono altre problematiche, a partire dalla numerosità dei progetti, che rischia di polverizzare questa iniziativa nazionale”.
Tra l’altro dobbiamo ancora finire di rendicontare i progetti della precedente programmazione. Per superare questi ostacoli, Monti vede due soluzioni, da adottare subito. La prima è un gesto di onestà: “non siamo pronti, e quindi facciamo partire la nuova programmazione nel 2023. Una strada facilmente percorribile. L’altra idea, invece, è prevedere una formazione adeguata delle persone – sottolinea -. ll PNRR è un piano complesso, che si incastra anche nell’Agenda 2030 e che presuppone competenze manageriali che nella nostra amministrazione sono piuttosto rare”.
Ma il PNRRè anche un piano innovativo, ha puntualizzato Alfieri, “con i progetti che avranno una connotazione nuova: quella della sostenibilità a tutto campo”. E sta cambiando anche il modo di fare impresa e di lavorare delle banche, “he devono operare attivamente per integrare i criteri Esg nei propri modelli di business, quali fattori abilitanti della gestione aziendale” – ha precisato Bastianini.
Fonte: L’Economia – Corriere della Sera