Expo 2020 Dubai è l’Esposizione Universale che si terrà negli Emirati Arabi Uniti dal 20 ottobre 2020 al 10 aprile 2021 e sarà la prima nella storia a tenersi nell’area ME.NA.SA. (Medio Oriente, Nord Africa, Asia meridionale).
Per sei mesi Dubai si trasformerà in una vetrina mondiale in cui i quasi 200 Paesi partecipanti presenteranno al mondo il meglio delle loro idee, progetti, modelli esemplari e innovativi nel campo delle infrastrutture materiali e immateriali sui temi dell’Esposizione Universale che sono: Opportunità (liberare il potenziale dei singoli e delle comunità per creare un futuro migliore); Mobilità (sistemi innovativi di logistica, trasporto e comunicazione di persone, beni e idee); Sostenibilità (accessibilità e resilienza delle risorse ambientali, energetiche e idriche).
Un appuntamento importante e una grande occasione per l’Italia e in particolare per il settore agroalimentare del nostro Paese. Abbiamo sentito in merito l’opinione di Paolo Glisenti, Commissario Generale dell’Italia per Expo 2020, e di Angelo Riccaboni, presidente della Fondazione PRIMA.
Glisenti: “L’agrifood italianoesprime una grande forzaevocativa in tutto il mondo”
“La bellezza unisce le persone” è il claim dell’Italia a Expo 2020 Dubai. Commissario Glisenti, può spiegarci come l’agrifood rientra in questo tema?
L’esperienza agroalimentare italiana è sinonimo di identità, unicità, qualità, creatività, gusto e dunque di bellezza. Essere consapevoli della forza evocativa che la cultura del nostro cibo esprime in tutto il mondo è un dovere ma anche una grandissima opportunità e i sei mesi di Expo 2020 Dubai saranno uno straordinario palcoscenico per l’agrifood italiano.
La scorsa primavera il Commissariato Italiano per Expo 2020 Dubai ha siglato un protocollo di intesa con il Segretariato Italiano di PRIMA. In cosa si concretizza?
Con il prezioso contributo di PRIMA, l’Italia intende portare all’attenzione internazionale le migliori pratiche dell’innovazione in atto nell’area Euro-Mediterranea per quanto riguarda la gestione delle risorse idriche, i sistemi alimentari, l’agricoltura di precisione insieme alle competenze italiane nel settore agroalimentare e in generale nella gestione di un bene primario essenziale per i popoli come il suolo. Mai come oggi la cooperazione nella ricerca e nell’innovazione in campo agricolo sono fattori di pace e sviluppo e anche su questo l’Italia può esprimere una leadership originale.
Con Expo 2020 quanto sarà utile l’internazionalizzazione per il settore agrifood?
Expo Dubai 2020 sarà senza alcun dubbio una piazza straordinaria per sviluppare ulteriormente l’internazionalizzazione del nostro sistema agroalimentare. C’è una crescente domanda di cibo italiano di qualità nel mondo e proprio la localizzazione dell’Esposizione nell’area del Golfo rende il semestre un’occasione formidabile per fare conoscere il meglio dell’esperienza delle nostre imprese agrofood anche verso nuovi mercati.
Sostenibilità e Innovazione sono due dei 5 temi portanti (accanto a Territori, Formazione, Creatività) con i quali l’Italia andrà a Expo 2020. Come si declinano per l’agrifood italiano?
Io penso che la chiave fondamentale per l’agroalimentare italiano sia nella distintività delle sue produzioni. Che significa continuare a lavorare sull’originalità dei prodotti, sulla loro massima trasparenza, sulla loro capacità di esprimere qualità collegandola sempre a una dimensione territoriale unica. Così si esalta il saper fare italiano e la nostra incredibile biodiversità. Per fare tutto questo dobbiamo anche insistere nel cercare, intraprendere e innovare in maniera sostenibile. Potenzialità del nostro Paese che potranno essere espresse a Dubai grazie alla partnership con il Segretariato italiano di PRIMA.
Il Segretariato Italiano di PRIMA porterà qualità e leadership italiana a EXPO 2020 Dubai
22 milioni di euro, 62 progetti, 121 enti italiani coinvolti. È questo il bilancio italiano dei primi due anni di attività del programma PRIMA, resi noti dal Segretariato ltaliano di PRIMA e dal Ministero dell’Università e Ricerca lo scorso gennaio durante l’info-day che ha lanciato le call 2020 per la ricerca e l’innovazione nel settore agrifood e gestione risorse idriche per un valore di 70 milioni di euro. All’evento è intervenuto anche il Ministro Gaetano Manfredi che ha manifestato grande sostegno al programma rimarcando l’importanza di PRIMA per lo sviluppo del Mediterraneo in termini di diplomazia scientifica.
Ad Angelo Riccaboni, presidente della Fondazione PRIMA, abbiamo rivolto alcune domande per capire meglio potenzialità e implicazioni di questo programma.
Professore, può spiegarci il programma PRIMA?
PRIMA (Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), è un programma di cooperazione scientifica euro-Mediterranea che sostiene la Ricerca e l’Innovazione nel settore agrifood con lo scopo di sviluppare soluzioni innovative e sostenibili nei settori gestione delle risorse idriche, agricoltura, filiera agroalimentare. Con un budget di mezzo miliardo di euro su 7 anni, PRIMA, nelle parole dell’ex Commissario Europeo Carlos Moedas che dette avvio al programma nel 2017, è considerato il più grande programma di cooperazione scientifica mai lanciato nel Mediterraneo che coinvolge ben 19 Paesi della sponda sud e nord della regione. Grazie al supporto del Ministero Università e Ricerca, il Segretariato Italiano, che ha sede al Santa Chiara Lab dell’Università di Siena, promuove numerose attività che hanno come tema cardine “Innovazione e Agrifood”.
Questo programma è in linea con il Green Deal europeo, il nuovo patto climatico proposto e approvato dalla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen?
Certamente sì. Il programma PRIMA pone al centro il tema della sostenibilità e dell’innovazione promuovendo progetti che sono pienamente in sintonia con le indicazioni dell’Agenda 2030 dell’ONU e i 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile. Il Green Deal europeo rappresenta oggi un quadro politico e normativo nel quale PRIMA si integra alla perfezione: “from farm to fork” è una componente chiave della nuova strategia di crescita per l’Europa indicata dall’UE. PRIMA inoltre lavora su un’area, come quella del Mediterraneo, tra le più vulnerabili al cambiamento climatico e destinata a subirne in maniera drammatica gli effetti ambientali, economici e sociali. Il programma favorisce la collaborazione e la cooperazione della ricerca, che sono fondamentali per determinare il futuro prospero del Mediterraneo.
Il segretariato italiano di PRIMA, da lei presieduto, sta lavorando ad una serie di iniziative per promuovere in Italia l’innovazione sostenibile nel settore agrifood. Una di queste è l’osservatorio POI, ci può spiegare meglio di cosa si tratta?
POI è l’acronimo di Prima Observatory on Innovation, è una piattaforma digitale realizzata dal Segretariato, on line dalla fine del 2018: ha lo scopo di raccogliere e valorizzare le migliori pratiche innovative nel settore agroalimentare. POI è uno tra i principali strumenti del Segretariato per promuovere R&I, buone pratiche e nuovi modelli di business. Con l’evento Agrifood Next, storie di imprese e innovazioni sostenibili, organizzato dal Segretariato e dalla Fondazione Qualivita, che si è svolto a Siena lo scorso 15 e 16 novembre, POI è stato identificato quale piattaforma digitale di riferimento della community degli innovatori agrifood nata durante la due giorni. Ad accrescerne il valore strategico è stato anche il sostegno del Commissario Generale per l’Italia Expo 2020, Paolo Glisenti che ha annunciato di portare a EXPO 2020 Dubai i casi di innovazione più significativi del sistema agroalimentare italiano.
Ci parli di Expo Dubai 2020: in che modo il Segretariato darà il suo contributo all’esposizione internazionale?
Come annunciato al PRIMA info-day dello scorso gennaio, proprio in virtù di un protocollo di intesa tra il Segretariato e il Commissariato Italiano Expo 2020 a Dubai, alcuni dei progetti e delle imprese presenti sull’osservatorio POI avranno l’opportunità di rappresentare l’Italia all’esposizione universale.
Ricordo infatti che POI è aperto a chiunque sia interessato a proporre buone pratiche e casi innovativi. Sul sito primaobservatory.unisi.it in pochi semplici passi ci si può candidare per far parte della community degli innovatori agrifood.
A cura di Elena Conti
Interviste a cura di Barbara Di Paola – Communication Manager – Segretariato italiano di PRIMA
Fonte: Consortium 2020/01