In fondo, perfino da quando gli arabi passeggiavano a Siracusa, fu sempre e solo questione di persone. Che si incontrano, che si parlano, che si fanno venire delle idee. Sentite Fabio Moschella, raffinato presidente del Consorzio di tutela del Limone di Siracusa IGP: «Sarà stato un anno fa – racconta – Arriva una telefonata. “Buongiorno, sono un dirigente della Ferrero“. Io li per lì resto un po’ così, e penso, e che vorranno adesso loro da noi?» Loro, i rappresentati della multinazionale italiana sinonimo di dolce, il colosso che da Alba ha conquistato il mondo, volevano semplicemente un nuovo giusto per il Kinder Cerealé, la merendina nata sotto il segno di Expo. La volevano fare agli agrumi e avevano appunto pensato al le arance di Sicilia.
A Balvano, Potenza, 570 chilometri più su di Siracusa la produzione è già iniziata. Le tavolette arriveranno subito sul mercato, in primis in Lombardia e Piemonte. Perché proprio da Balvano? «La Ferrero – ricorda Vito Sileo. professione tecnologo – decise di fare da noi uno dei suoi forni dopo il terremoto del 23 novembre 1980. V enne giù anche la chiesa, perdemmo, tre generazioni di compaesani. Beh, noi da allora prepariamo i famosi mattoncini che tutti conosciamo. Farciamo e cuociano in continuo una striscia di impasto larga più di un metro e lunga 1,2 chilometri. Volevamo un tocco in più. E ora ci sono le arance e i limoni». Un ciclo dì produzione altamente automatizzato che dà lavoro a 300 persone, senza contare l’indotto.
Eppure anche tra macchine, robot e computer, c’è spazio per l’attività artigianale, per le cose fatte a mano. E rigorosamente a mano avviene la raccolta del Limone di Siracusa IGP. «Non si, potrebbe fare diversamente – spiega Giancarlo Perrotta, l’agronomo che questi appezzamenti li conosce come le sue tasche -. La pianta è delicata, se non si procedesse così il raccolto ne risentirebbe, in qualità e in quantità». La qualità? Per essere autenticamente siracusano IGP, il limone deve rimanere sulla pianta a maturare almeno sei mesi. Non una varietà qualsiasi. Un femminello, particolarmente fertile, che fiorisce tutto l’anno: l’area di coltivazione non può essere oltre i 10 chilometri dal mare, e mai al di sopra dei 210 metri di quota. Risultato? Profumo di pino, anice, lavanda, salvia e miele. Quanto alla quantità con 5.300 ettari, il Limone di Siracusa IGP rappresenta il 42% della produzione nazionale. Coltivazione e raccolta impegnano direttamente 1.200 persone, 230 aziende, 25 imprese di confezionamento.
Fonte: QN