«Non è un risultato solo agronomico, ma civile e sociale». Legittima l’espressione usata da Agostino Pennisi, già sindaco di Acireale e adesso portavoce dell’associazione “Limone dell’Etna” che sta promuovendo il riconoscimento del marchio di Indicazione Geografica Protetta (IGP) per l’agrume siciliano.
Già la pubblicazione del provvedimento sulla Gazzetta europea, avvenuta il 18 giugno scorso, è un grande passo per il riconoscimento, ma come spiegato nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta ieri, nella sede del Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Crea), sarà necessario attendere 90 giorni, termine per eventuali ricorsi. «Assai improbabili, per non dire impossibili» ha rilevato Agostino Pennisi. Ma questo è solo uno dettagli tra quelli illustrati nel corso dell’incontro introdotto da Paolo Rapisarda, direttore del Crea, il cui supporto è stato determinante, a cominciare dagli studi eseguiti dalla ricercatrice Margherita Amenta che ha “fotografato” così il limone dell’Etna: «È una ricca fonte di componenti funzionali, in particolare vitamina C e molecole importanti dal punto di vista salutistico ed elevata attività antiossidante. E la fioritura estiva del limone, il cosiddetto “verdello”, possiede queste componenti in concentrazione maggiore».
IGP d’obbligo, insomma, ma non è un percorso facile come spiega l’on. Dino Giarrusso: «Il lavoro era fatto bene e, quindi, ho chiesto perché si indugiasse, ma spesso mi sono trovato dinanzi a un muro di gomma. L’emergenza Covid, poi, ci ha fatto perdere qualche mese, ma nessuno ha mai mollato e io stesso pensavo spesso alle granite al limone gustate a Pozzillo». Positive anche le parole di Federica Argentati, presidente del Distretto agrumi di Sicilia: «Ho sempre creduto nell’iniziativa e trovato il modo per supportarla, ma loro sono stati molto bravi». Consensi anche dalla “sorella” Aci Catena, presente con il sindaco, Nello Oliveri, l’assessore al ramo, Angelo Russo, e il consigliere Francesco Petralia. «È un premio al certosino lavoro svolto dall’associazione – ha detto il primo cittadino catenoto – che rilancerà l’esclusivo prodotto anche in ambito extraterritoriale, riconsegnando al territorio un marchio identitario». Quella tracciata appare una linea d`obbligo anche su altri fronti, ha rilevato il sen. Cristiano Anastasi: «Dobbiamo promuovere il nostro territorio attraverso le eccellenze di cui disponiamo».
Legittima la soddisfazione espressa dai deputati regionali acesi. «L’associazione – ha affermato l’on. Angela Foti – ha sviluppato, con orgoglio e caparbietà, un progetto di rilancio di un prodotto d`eccellenza che saprà coinvolgere aspetti legati a paesaggio, identità e turismo». Per l’on. Nicola D’Agostino «non si tratta di una medaglietta, ma della possibilità di difendere e proporre meglio una nostra unicità. Merito dell’associazione che l’ha proposta, del sindaco Barbagallo che l’ha supportata. Io ho fatto solo il mio dovere, evitando che finisse nei cassetti della Regione e per un attimo avevamo temuto il peggio».
Fonte: La Sicilia