Un’articolo, realizzato da Fusco, Fanelli e Chieffi, si concentra sulle recenti tecniche basate sul DNA per l’autenticazione di alimenti e bevande fermentati probiotici, DOP e IGP.
Negli ultimi decenni le tecnologie basate sul DNA sono emerse come strumenti preziosi per l’autenticazione degli alimenti, per questo si stanno sviluppando metodi e piattaforme avanzati basati sul DNA.
La revisione del team di ricerca dell’Istituto di Scienze delle Produzioni Alimentari, Consiglio Nazionale delle Ricerche Italiano (CNR-ISPA), composto da Vincenzina Fusco, Francesca Fanelli, Daniele Chieffi, si concentra sulle recenti e avanzate tecniche basate sul DNA per l’autenticazione di alimenti e bevande fermentati probiotici a marchio DOP e IGP. Vengono presentati inoltre gli strumenti di rilevamento basati sul DNA più promettenti.
I marcatori basati sul DNA specifico della specie di microrganismi – utilizzati come colture starter o coadiuvanti (probiotici) per la produzione di alimenti e bevande probiotici e fermentati – sono stati sfruttati per un’autenticazione in diversi metodi di rilevamento.
Tra le tecnologie disponibili: le tecnologie basate sulla reazione a catena della polimerasi (PCR); i lab-on-a-chip basati sul DNA; la PCR-DGGE, la metagenomica, anche combinate con l’uso della PMA.
Tutte queste tecniche rappresentano preziosi strumenti che consentono il rilevamento delle comunità microbiche, caratterizzanti gli alimenti e le bevande fermentate DOP e IGP. Queste tecniche sono inoltre necessarie per l’autenticazione di questi prodotti.