Le organizzazioni di tutto il mondo chiedono ai ministri del G7 più tutela per i prodotti locali
In occasione del G7 dei Ministri dell’agricoltura del 14-15 ottobre, le più importanti organizzazioni internazionali delle Indicazioni Geografiche dei prodotti Food, Wine Spirits, in rappresentanza di migliaia di aziende, si sono riunite a Bergamo per affermare il ruolo centrale che queste ricoprono per lo sviluppo delle economie territoriali di tutto il mondo. Oltre 30 rappresentanze da quattro continenti (Africa, Asia, America e Europa) hanno discusso e approvato la “Dichiarazione di Bergamo”, un documento strategico in cui si individuano le priorità per sostenere la crescita del settore e ribadirne la centralità all’interno dell’agenda politica internazionale.Le organizzazioni di tutto il mondo chiedono ai ministri del G7 più tutela per i prodotti locali. La Dichiarazione di Bergamo fissa gli obiettivi su quattro temi strategici: contraffazione, cooperazione internazionale, sostenibilità e web transparency.
La “Dichiarazione di Bergamo”
Quattro i temi principali su cui verte l’accordo: la cooperazione fra distretti evoluti delle IG e le aree dei Paesi in via di sviluppo, l’investimento in ricerca per la definizione di un modello di sviluppo sostenibile, il rafforzamento della tutela di produttori e consumatori dalla contraffazione e un sostanziale miglioramento della trasparenza della “Internet governance” con il coinvolgimento
degli stakeholders. Nell’affermare queste esigenze alle autorità pubbliche dei Paesi del G7 e alla comunità internazionale, i rappresentanti delle Indicazioni Geografiche sottolineano come questi prodotti siano elemento di sviluppo economico e sociale di ogni singola area del mondo visto che, per loro natura, sono attenti alla conservazione delle risorse locali e del territorio – fattori che caratterizzano
l’unicità delle produzioni e la loro impossibilità di essere delocalizzate – e delle conoscenze tradizionali delle comunità locali, grazie anche all’adesione ad un severo sistema dei controlli.
Fonte: Fondazione Qualivita
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