Sfide e opportunità per le produzioni a qualità regolamentata
Origo, il forum globale per le produzioni a denominazione di origine, nasce da un lavoro condiviso che la Regione Emilia-Romagna ha avviato con la Commissione europea, il Governo italiano, l’Unione Parmense degli Industriali e con le Reti europee AREPO e AREFLH, con OriGIn (l’organismo internazionale delle denominazioni di origine) e, ovviamente, Qualivita. Questa edizione ha visto la presenza del Commissario per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale Phil Hogan, a testimonianza di quanto la Commissione creda nel valore del patrimonio socio-economico e culturale delle Indicazioni Geografiche (IG) e della loro potenzialità quale motore di sviluppo sostenibile, in particolare per i territori rurali. La dimensione mondiale del forum è stata voluta da tutti gli attori che hanno contribuito a costituire Origo, cogliendo la grande sfida della valorizzazione e del riconoscimento di questo modello delle IG sempre più seguito non solo in Europa, ma anche a livello internazionale. Sono protagoniste di Origo le tre grandi categorie di soggetti che assieme hanno fatto crescere questo modello di produzione che fa del radicamento al territorio, della valorizzazione della cultura locale e della qualità il proprio marchio distintivo: le istituzioni, i consorzi e le aziende produttrici e il mondo della ricerca. Origo è nato quale luogo dove queste tre anime si incontrano e si confrontano con gli addetti ai lavori in un’ottica globale al fine di sviluppare percorsi congiunti e complementari di crescita e valorizzazione delle IG. Nell’edizione 2018 sono stati discussi temi di estrema importanza e cari ai territori regionali che come la Regione Emilia-Romagna puntano molto alla tutela e promozione delle proprie DOP e IGP.
Il tema della sostenibilità
Le IG, oltre a rivestire un importante valore economico, rappresentano anche un modello di agricoltura sostenibile, uno strumento di presidio del territorio e un volano di sviluppo per le comunità locali. Esse infatti nascono come modello di sostenibilità e sono il frutto dell’adattamento di un sistema produttivo locale alle condizioni del proprio contesto territoriale. I risultati ottenuti hanno ricadute anche sul piano sociale con un tessuto imprenditoriale fatto spesso di piccole e medie imprese. Non è tuttavia un dato acquisito per sempre: vi è la necessità di sviluppare un sistema di tutele nel momento in cui le IG crescono e diventano un modello sempre più diffuso e di successo a livello internazionale.
Tradizione e innovazione
Altro importante tema, che va maggiormente evidenziato, è la coniugazione tra tradizione e innovazione. Le IG hanno da sempre fondato la loro distintività e il loro successo sapendo coniugare, con sapienza ed intelligenza, gli elementi della tradizione e della caratterizzazione del prodotto legato al territorio con elementi di innovazione.
Relazioni e tutela globale delle IG
L’evento si è concluso con un tema tanto delicato e discusso quanto importante per il futuro delle IG ossia quello delle relazioni e della tutela globale delle stesse. L’Unione Europea ha fatto importanti passi avanti, nella direzione di una maggiore tutela e riconoscibilità delle IG, anche nei confronti di Paesi terzi e Organizzazioni Internazionali. Gli accordi bilaterali commerciali stipulati dalla UE con Paesi quali Cina, Canada e Giappone ed altri ancora in corso sono di estrema rilevanza per la tutela legale e le possibilità di esportazione e commercializzazione delle nostre DOP e IGP. Sono certamente perfettibili ma dobbiamo essere consapevoli che sino a qualche anno fa, per alcuni prodotti, non era possibile accedere a questi mercati e che le denominazioni non godevano di nessuna tutela. Ogni accordo raggiunto ha rappresentato comunque un passo in avanti rispetto alla situazione precedente. Sicuramente una delle questioni da risolvere è come passare da una dimensione di accordi bilaterali a una dimensione più globale per la tutela e la valorizzazione delle IG così come è stato discusso con l’Organizzazione mondiale per la Proprietà intellettuale (WIPO) e con l’Organizzazione mondiale del commercio (OMC). Vanno inoltre il più possibile allargate le liste dei prodotti da tutelare e va valutata la possibilità di diversificare gli iter di riconoscimento e aggiornamento dei disciplinari in funzione della presenza del prodotto sui mercati internazionali. Vi è quindi una sfida aperta per i sistemi produttivi europei e dell’Emilia-Romagna in particolare, considerata la rilevanza che hanno le DOP e IGP per il fatturato e l’export del sistema agroalimentare. Dal 1992, data in cui l’UE ha introdotto il primo regolamento per il riconoscimento dei prodotti a denominazione di origine, siamo riusciti a portare le nostre specificità a livello europeo e l’UE è diventata a sua volta il maggiore operatore commerciale al mondo di prodotti agroalimentari a Indicazione Geografica. Non dobbiamo infine dimenticarci che le Indicazioni Geografiche, regolate da disciplinari, hanno un’altra grande specificità: nascono per tutelare i consumatori, garantire la tracciabilità ed elevati standard di qualità. Origo Global Forum anche in questa edizione si è dimostrata una piattaforma privilegiata per discutere e proporre soluzioni alle principali sfide che le IG devono affrontare nel presente e nel futuro. La partecipazione e l’intervento del commissario europeo P. Hogan ne consacrano il rilievo europeo ed internazionale.
a cura di Simona Caselli – Assessore Agricoltura Regione Emilia-Romagna
Fonte: Consortium 2018/00