Il Sole 24 Ore
Per la tutela internazionale dei prodotti alimentari Dop e Igp si punta su una “lista ristretta” di marchi Ue. Con l’avvio di una nuova tornata di negoziati bilaterali sul commercio internazionale (prima fra tutti latrattativa fra Ue e Stati Uniti) la Commissione europea rispolvera un’idea che era spuntata qualche anno fa. Il problema è che appare velleitario (se non impossibile) garantire su tutti i mercati una protezione perle oltre 3.200 (fra vini e altri prodotti alimentari) denominazioni d’origine e indicazioni geografiche europee. Meglio dunque concentrarsi su un elenco di prodotti selezionati fra quelli che vantano numeri rilevanti in termini di fatturato e che sono più esposti al fenomeno delle contraffazioni. Secondo le stime di Qualivita i primi io marchi italiani realizzano l’84% del giro d’affari delle 253 Dop e Igp made in Italy che complessivamente valgono alla produzione 6,5 miliardi e oltre 10 al consumo.
L’ipotesi di una “short list” di alimentari europei a marchio Ue da proteggere sui mercati globali già fu presa in esame qualche anno fa, ma naufragò perché era strettamente legata alla richiesta di un riconoscimento in sede Wto. Inoltre la proposta fu impallinata anche dai produttori dei diversi paesi destinati a rimanere fuori dall’elenco.