La Cronaca di Verona
Export, qualità, sostenibilità, diversità e aggregazione: sono queste le cinque key words, gli asset che hanno garantito al mondo del vino italiano di rappresentare una delle eccezioni positive di fronte alla crisi globale che ancora non vuole smettere di mordere. Elementi che continueranno a sostenere il Bel Paese in bottiglia anche nel 2013 e, anzi, potranno fornire ulteriori margini di crescita e sviluppo. Cinque espressioni della vivacità di un comparto che sarà protagonista a Vnitaly, la rassegna internazionale di riferimento del settore, di scena a Verona dal 7 al 10 aprile. Stabilire una precisa scala gerarchica di questi cinque fondamentali elementi forse non è possibile, ma è inevitabile iniziare dall’export. Se si guarda agli andamenti delle esportazioni aravano confortanti conferme per i vini tricolore e un quadro di riferimento che indica inequivocabilmente che questa strada è ormai senza ritorno e, soprattutto, di grande prospettiva futura. Se l’export tira come non mai, il merito va, soprattutto, anche se non sempre questa voce è adeguatamente ricordata, alla qualità. La voce che forse va più di moda, anche se a ben guardare non si tratta di una tendenza momentanea ma di un preciso cambio di paradigma produttivo e culturale, è la sostenibilità. Un aspetto di grande importanza, specie perla sensibilità di chi il vino lo consuma, e che i produttori italiani stanno sempre più accrescendo nelle proprie aziende.