Italia Oggi
Niente accordo e niente «atterraggio morbido» per l’ultimo anno di quote latte. I ministri dell’agricoltura riuniti in Lussemburgo non trovano il compromesso, richiesto a gran voce dagli Stati che hanno superato i tetti di produzione l’anno scorso e stanno per sforarli anche quest’anno. Austria, Germania, Danimarca, Polonia, paesi del Benelux e baltici, che vorrebbero uno «sconto» sulle multe degli ultimi due anni, o una correzione del coefficiente di materia grassa che serve a calcolare le quote in modo da aumentarle, non sfondano.
Italia, Francia e Regno Unito hanno guidato una minoranza di blocco coalizzata perché non si vada oltre l’accordo del 2009 che prevede già un «atterraggio morbido» con l’aumento dell’1% delle quote ogni anno per comprendere l’aumento dell’offerta (e la sua concentrazione nel centro-nord Europa) previsto con la fine dei limiti alla produzione. La presidenza greca, all’ultimo consiglio agricoltura del semestre, molla il colpo e lascia la patata bollente alla presidenza italiana. Anche se i margini per intervenire sembrano minimi, o impossibili. Il ricorso alla correzione del coefficiente di materia grassa era l’espediente tecnico escogitato dai grandi paesi produttori per agire in tempi brevi. Il percorso politico, con la co-decisione, sarebbe stato troppo lungo e accidentato. Se gli Stati avessero trovato un accordo «a maggioranza qualificata» e «in tempo utile per consentire agli allevatori di programmare le loro attività per il prossimo anno», ha detto il commissario Ue all’agricoltura Dacian Ciolos, la Commissione sarebbe intervenuta.