La caduta è già iniziata. L’altro ieri il prezzo del latte definito “spot” ha sfondato, all’ingiù, la soglia dei trenta centesimi al litro, mentre il conferimento “normale” vale ancora, sempre per il momento, attorno ai 32/34 centesimi al litro. Si definisce “latte spot” il prodotto che il caseificio ha ricevuto dai produttori e che eccede la quantità necessaria alle varie lavorazioni; è latte che, dunque, viene rivenduto solitamente a prezzi più interessanti, anche a 43 centesimi al litro.
Questa materia prima così preziosa per l’alimentazione umana rischia di sparire dalla nostra terra che, invece, di mucche, formaggio, ricotta, frico ha riempito la propria storia e, in parte, la propria economia. «L’invasione dall’Est è iniziata», prosegue Livoni. E con essa la competizione al ribasso sui prezzi. «Dalla Slovenia franco banchina il latte viene consegnato a 28 centesimi». E ritenere che quel latte finisca nei prodotti made in Friuli, non è un’ipotesi peregrina. Da ricordare, infatti, che la “tracciabilità” e l’obbligo di indicare l’origine delle materie prime scatta solo sulle Dop e per il latte fresco. Il resto… è un optional.
Fonte: Messaggero Veneto