Primi risultati tangibili dalle sinergie tra pubblico, privato e sistema fieristico. L’Italia ha cambiato passo sulle politiche per l’export agroalimentare. Alle azioni promozionali disperse in mille rivoli si è sostituita una strategia a regìa unica. Sull’onda di Expo, per la prima volta nel piano del governo per l’export, è spuntato un capitolo per l’agroalimentare conuno stanziamento di 7o milioni. Ma soprattutto è stata avviata una linea d’attacco con azioni mirate sui mercati sensibili, con l’intensificazione anche degli interventi per abbattere le barriere sanitarie che, dagli Stati Uniti alla Cina, hanno ingabbiato le eccellenze italiane.
In Cina, nel febbraio scorso, sono stati siglati due accordi per garantire i requisiti fitosanitari che hanno aperto la stradaverso Pechino a due produzioni simbolo, agrumi e olio d’oliva. «Nel 2015 abbiamo investito come mai eras tato fatto – spiega il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina – per supportare l’export agroalimentare, con una strategia chiara e coordinata e circa7o milioni, 38 volte di più che negli ultimi tre anni. Al centro del piano c’è il mercato degli Stati Uniti dove abbiamo sviluppato 4 linee di azione principali puntando su accordi con la Gdo, inconling dei buyer in ltalia, fiere ed eventi di forte impatto e progetti di comunicazione e di attacco all’Italian sounding».
L’Italia è pronta a giocare tutte le carte. Anche gli chef saranno protagonisti di un piano di azioni tra cui una serie di «masterclass» in cinque paesi (Usa, Russia, Cina, Giappone ed Emirati Arabi). La parola d’ordine è sinergie, come quella per il piano speciale USA promossa da Mipaaf e Mise tra Federalimentare, Fiere di Parma, Fiera di Milano e Veronafiere conil supporto dell’Agenzia ITA – Ice. Dopo una collettiva italiana a Chicago la scorsa estate e la partecipazione alla Winter fancy food di San Francisco, si lavora alacremente all’edizione 2016 della Fmi Connect di Chicago (20-23 giugno) e alla Summer fancy food di NewYork (26-28giugno). Il boom del mercato americano inevitabilmente condiziona la policy promozionale. Il consuntivo 2015 consolida infatti le performance degli States che tallonano la Germania come primo sbocco. Mentre non sono da sottovalutare gli exploit di paesi emergenti come il +38,7% dell’Arabia saudita o la crescita di quasi il 24% della Cina. Con la new entry Iran dove, con la fine dell’embargo, si punta a decuplicare le vendite nei prossimi lo anni.
Fonte: Il Sole 24 Ore – Impresa