L’algoritmo delle Dogane. L’agenzia delle Dogane lascia sempre più spazio all’intelligenza artificiale per controlli mirati dalle spedizioni all’agroalimentare.
Un algoritmo antifrode. L’agenzia delle Dogane e dei monopoli (Adm) si affida all’intelligenza artificiale e alle banche dati per dare la caccia al variegato mondo degli illeciti che possono emergere sui campi presidiati.
Con l’utilizzo di tecnologie sono stati presidiati violazioni con potenziale impatto dirompente sugli incassi erariali e sulle irregolarità che possono essere commesse attraverso il commercio internazionale. La macchina antifrode, alla cui guida il direttore delle Dogane Roberto Alesse ha chiamato il magistrato Sergio Gallo, punta con decisione su algoritmi, incroci di informazioni e analisi del rischio per giocare anche d’anticipo sulle “fughe” dal gettito.
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Gli stati generali delle Dogane e monopoli, che si svolgeranno oggi e domani a Roma, saranno un’occasione di ascolto e confronto con gli stakeholder, anche sul tema della forte spinta alla digitalizzazione sia in ottica di semplificazione per gli operatori sia in quella di un contrasto il più capillare e approfondito possibile per un organismo che presidia la legalità ai confini.
Per questo è stato già messo in campo un sistema che grazie alle tecniche di intelligenza artificiale riesce a vivisezionare tutte le spedizioni che passano sotto il controllo delle donne e degli uomini dell’Agenzia. Una sorta di scanner evoluto che consente di indirizzare i campioni di merce ai laboratori territoriali di Adm con un duplice obiettivo di efficienza e rapidità.
Per perseguirli l’algoritmo delle Dogane declinai controlli in base a necessità, specializzazioni e professionalità del personale a cui vengono inviate le merce in modo da centrare subito i target ed avere un responso rapido e mirato. Di fatto, si tratta di una vera e propria svolta che collabora con il fattore umano per consentire anche di rendere più ampia l’area dei controlli effettuabili e le garanzie che non vengano commessi illeciti.
Illeciti che possono essere i più svariati come, tanto per citare qualche esempio, le frodi sull’agroalimentare. Qui le principali minacce sono rappresentate dalle contraffazioni e dall’italian sounding (ossia il camuffare sul mercato i prodotti che richiamano all’Italia ma che in realtà non hanno niente a che vedere con la produzione o il marchio Italia).
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Fonte: Il Sole 24 Ore