L’agroalimentare resta una delle eccellenze del Made in Italy in grado di trainare l’economia, nonostante la crisi. Tanto che il settore, a livello nazionale, continua a crescere ma soprattutto ad offrire nuovi posti di lavoro, specialmente tra gli under 40. Non a caso il nostro Paese ha una capacità di creare valore aggiunto pari a circa 2.000 euro per ettaro: più del doppio della media europea, il triplo del Regno Unito (614 euro), il doppio di Spagna (906 euro) e Germania (994 euro) ed il 60% in più della Francia (1.226 euro).
Cifre e statistiche sul comparto che sono state analizzate da Gi Group Academy (la fondazione promossa da Gi Group e nata per sviluppare la cultura del lavoro), con il contributo di OD&M Consulting, all’interno del volume dal titolo “I mestieri del Food&Beverage. Fra tradizione e figure professionali emergenti” che sarà disponibile dal prossimo mese di ottobre. Tra i primati detenuti dall’Italia nell’agroalimentare, uno fa riferimento al mercato del lavoro con un’intensità occupazionale di 7,3 addetti ogni 100 ettari a fronte di una media UE di 6,6. La capacità attrattiva del settore sui giovani è elevata, visto che gli istituti agrari presenti sul territorio nazionale hanno registrato nell’ultimo anno un aumento pari al 39% rispetto al 2007.
Fonte: Il Secolo XIX