L’Aglio di Voghiera DOP sta raccogliendo gradimento in tutto il mondo, anche dal Sol Levante, che lo ritiene il migliore al mondo. Dal Giappone grandi commercianti erano intenzionati a comprare tutto l’aglio DOP disponibile e anche di più; ordinativi importanti, che avrebbero fatto la fortuna di tante zone, ma non a Voghiera. Perché? Semplice: la produzione è ampiamente inferiore alla domanda costantemente in aumento.
«I giapponesi sono venuti l’anno scorso alla Fiera dell’aglio – racconta Neda Barbieri, presidente del Consorzio dei produttori dell’Aglio di Voghiera DOP – ma non siamo riusciti ad accontentare le richieste per i quantitativi che ci hanno chiesto. Il Giappone è un grande consumatore di aglio, ha avuto un calo di produzione in conseguenza delle contaminazioni per l’esplosione del reattore nucleare di Fukushima, siamo lusingati che abbiamo pensato a noi, ma il loro fabbisogno è superiore alle nostre forze». E non è stata la prima volta «Anche gli Stati Uniti erano molto interessati al nostro aglio, ma anche loro pretendevano quantitativi esagerati per noi: un container ogni mese. Noi esportiamo sì all’estero, ma piccoli quantitativi, soprattutto per i ristoranti, che ci contattano online. Oltre a Giappone e Stati Uniti, esportiamo in Germania, Austria e Svizzera. Non riusciamo nemmeno a soddisfare le richieste del mercato interno, che è il nostro principale sbocco».
L’aglio di Voghiera DOP in Italia si trova «nelle grandi catene di distribuzione come Coop, Conad, a breve anche Esselunga e Eat Italy; ci piacerebbe davvero tanto, ma non possiamo ampliare la produzione per i vincoli del disciplinare, che impone una rotazione dei terreni tale da non consentire la coltivazione di più di 120-140 ettari. La nostra produzione oscilla tra i 12-13.000 quintali di prodotto per un fatturato di 4-5 milioni di euro. Potremmo soddisfare un po’ di più le richieste se entrassero nel Consorzio altri produttori. Attualmente siamo una quarantina, la maggior parte concentrati nel comune di Voghiera, ma ce ne sono alcuni anche nei comuni di Masi Torello e Portomaggiore».
Fonte: Il Resto del Carlino