Le temperature più miti hanno favorito la rinascita dell’olivicoltura sul Lario, dove era arrivata già con i Romani
Le aziende “Dop” sono 25, a Boisio c’è il frantoio più a nord d’Europa. Siccità e forti piogge alla base di un’annata difficile
Sul lago di Como, a Biosio, c’è il frantoio più a nord d’Europa. Oltre il 46° parallelo, e cioè al di là di quei confini tradizionalmente indicati come fascia di coltivazione dell’olivo, tra il 30° ed il 45° parallelo nord. Qui l’olivicoltura è tornata solo negli ultimi decenni, favorita anche dalle temperature più miti che in altre zone d’Italia la compromettono.
Sempre più spesso, infatti, i produttori devono fare i conti con siccità ed eventi climatici estremi. Solo quest’anno, la produzione nazionale d’olio d’oliva ha registrato una diminuzione del 20-25%. Un dato in linea con il trend produttivo calante dal 2014 a oggi.
“Con l’aumento delle temperature medie rilevato negli ultimi decenni, l’olivo si sta già diffondendo lenta- mente nelle aree oltre il 45° parallelo”, sottolineano Samanta Zelasco e Luca Lombardo dal Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell`Economia agraria (Crea).
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DOP Laghi Lombardi
Il riconoscimento della Dop Laghi Lombardi arriva nel 1997 e il suo attuale presidente, Massimiliano Gaiatto, è un olivicoltore del lago, che dice: “Oggi, le aziende iscritte al consorzio sono 25. Ma se si contano tutti i produttori del Lago di Como, compresi i cosiddetti hobbysti, arriviamo alle 30o unità”.
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Fonte: Pianeta 2030 – Corriere della Sera