Le azioni di promozione, il 50° del Montepulciano, e una nuova trasparenza: lo sviluppo di un sistema
Le prime testimonianze di una solida tradizione enoica in Abruzzo risalgono all’età antica e nel tempo la produzione vitivinicola si è diffusa in tutta la regione fino a costituire, nell’ambito dell’agricoltura regionale, il segmento più significativo. Ma è negli ultimi decenni che la viticoltura abruzzese ha fatto passi da gigante in termini di crescita qualitativa e oggi i suoi vini ricevono riconoscimenti sia in Italia che all’estero, registrando un interesse sempre più vivo da parte dei mercati. Ce ne parla Valentino Di Campli, dal 2017 presidente del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo.
Presidente Di Campli, dove sta andando l’Abruzzo del vino?
Il vino continua a confermarsi tra i migliori ambasciatori della nostra regione e un grande merito va al lavoro, costante e pervasivo, di valorizzazione del territorio e dei suoi vitigni autoctoni condotto negli ultimi decenni da una nuova generazione di produttori. È importante ora, e il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo lo sta facendo, accrescere l’immagine dei nostri prodotti e consentire alle imprese vitivinicole di esplorare nuovi mercati. Insomma dobbiamo passare dalla valorizzazione delle specificità a un reale gioco di squadra. Tra le attività in essere ci sono, per esempio, quelle legate alla revisione dei disciplinari di produzione poiché questi non sono più grado di rappresentare al meglio il legame tra vino e territorio. Pensiamo al nostro buonissimo Trebbiano: purtroppo è facile confonderlo con altri vini “Trebbiano” prodotti in Italia. Di tutta la produzione regionale solo una piccolissima parte, circa il 20%, viene imbottigliato col nome Trebbiano d’Abruzzo DOP. La sfida è provare a dargli valore.
Un settore che cresce e prodotti che si affermano agli occhi dei consumatori. Di che numeri parliamo?
Con oltre 32.000 ettari di superficie vitata, la produzione annua si attesta intorno ai 3,5 milioni di ettolitri, di cui più di un milione a denominazione di origine. Di questi, circa l’80% è rappresentato dal Montepulciano d’Abruzzo DOP che è il vitigno più diffuso, coltivato su circa 17.000 ettari in tutta la regione. Segue il Trebbiano d’Abruzzo DOP, con oltre 5.000 ettari, ed una serie di vitigni autoctoni. Oltre il 75% della produzione ricade nella provincia di Chieti, in prossimità delle colline costiere. Le province di Pescara e Teramo ne rappresentano ciascuna il 10% circa, mentre il 4% proviene dalla provincia de L’Aquila. Grazie al lavoro di 10.000 produttori di uva e di circa 250 aziende di trasformazione, i vini abruzzesi trovano massimo apprezzamento, oltre che in Italia, anche in Germania, negli Stati Uniti, in Canada. In forte crescita risultano anche il mercato inglese e quello dei Paesi del Nord Europa come Svezia, Danimarca, Norvegia. Il tutto in un quadro produttivo che mira alla sostenibilità: la Regione aderisce al protocollo VIVA – “La sostenibilità della vitivinicoltura in Italia”, elaborato dal Ministero dell’Ambiente, e inoltre nel 2017 l’Abruzzo si è classificato al terzo posto in Italia come numero di aderenti al SQNI, Sistema di Qualità Nazionale sulla Produzione Integrata, 526 aziende che sono destinate a crescere molto quest’anno.
Nel 2018 si celebrano i 50 anni dal riconoscimento della denominazione d’origine controllata per il Montepulciano d’Abruzzo, vino simbolo del territorio…
Il Montepulciano d’Abruzzo DOP è il vino più identificativo della cultura enoica regionale e copre più della metà della base ampelografica. In mezzo secolo ne ha fatta di strada, affermandosi tra i migliori e più noti vini del Belpaese, sia in Italia che all’estero. Il Consorzio ha messo in cantiere un fitto programma di eventi a scala internazionale per far conoscere e comunicare al meglio tutto l’Abruzzo e il rapporto simbiotico fra vino e territorio. Lo stiamo già facendo attraverso numerose attività di promozione. Cito, fra tutti, un progetto a cui tengo molto: “Percorsi”, un sito e un’app che consentono di scoprire la Regione verde d’Europa attraverso itinerari tematici che raccontano bellezza, storia, natura e con esse le duecento cantine che si trovano sparse nell’eterogeneo paesaggio abruzzese.
Promuovere tutto il territorio, dunque, ricco di produzioni e capace di rinnovarsi.
Certo, l’Abruzzo non è solo Montepulciano. Di grande rilevanza è, ad esempio, la produzione di vini rosati, che riescono a coniugare struttura e freschezza, come il Cerasuolo d’Abruzzo DOP, dal 2010 prima denominazione in Italia dedicata esclusivamente alla tipologia rosata. Ma va crescendo l’interesse e la diffusione degli altri autoctoni, soprattutto bianchi, tra cui spicca il Trebbiano d’Abruzzo DOP, apprezzato sia giovane, nella sua piacevolezza, che nella sua versione più longeva e complessa. Accanto ad esso si distingue una produzione di bianchi fermi di tutto rilievo, come il Pecorino, la Passerina, la Cococciola e il Montonico. Tra le novità più recenti anche il successo crescente di una produzione di spumanti da uve autoctone, ottenuti per lo più con metodo Martinotti, a cui l’Abruzzo sta dedicando grandi attenzioni ed investimenti, confortato da un trend di consumo in continua ascesa per questa tipologia.
Il Consorzio
Costituito nel 2002, il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha l’obiettivo di valorizzare e curare gli interessi relativi alle denominazioni di origine controllata del territorio regionale: Abruzzo DOP, Cerasuolo d’Abruzzo DOP, Montepulciano d’Abruzzo DOP, Trebbiano d’Abruzzo DOP, Villamagna DOP. Con 170 aziende consorziate, che rappresentano il 70% dei produttori dei vini a denominazione dell’Abruzzo, il Consorzio realizza attività di tutela e di promozione delle denominazioni regionali, anche grazie alla capacità di intercettare finanziamenti e contributi nell’ambito dei Programmi di sviluppo rurale e dell’OCM vino.
Il contrassegno: più tutela e trasparenza per la DOP
Nel 2018, in occasione del cinquantesimo del Montepulciano d’Abruzzo DOP, il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo ha l’obiettivo di accrescere la percezione qualitativa dei vini regionali, non solo attraverso le attività di promozione già pianificate, ma anche tramite maggiori controlli sulle aziende a tutela della qualità. Per questo, il Consorzio adotterà a partire dal dicembre prossimo il contrassegno dello Stato italiano per la DOC del Montepulciano d’Abruzzo e per tutte le altre DOC tutelate. L’ottenimento della fascetta rappresenta un risultato importante, che completa l’azione di tutela sulla denominazione e che va a certificare le prospettive di una stagione strategica in termini di risultati e progettualità. Il favorevole momento commerciale, assieme alla veloce evoluzione dei consumi e dei mercati chiama oggi il Consorzio a nuove scelte per tutelare al meglio il valore della produzione certificata. L’Abruzzo è quindi maturo per l’adozione dei contrassegni di Stato, completando così l’azione di controllo delle produzioni attuata dall’organismo di certificazione. Un processo di trasparenza e di tutela che partendo dalla vigna arriva alla bottiglia, accompagnato da un piano di vigilanza, predisposto dal Consorzio, sempre più mirato ad evitare comportamenti fraudolenti.
a cura di Davide Acerra
Fonte: Consortium 2018/01