Fino al 13 novembre, in undici ristoranti di Roma e del Lazio, è stato possibile scoprire la versatilità dell’Abbacchio Romano IGP, specialità della tradizione locale e simbolo di un territorio ricco di risorse. Undici insegne del territorio che il proprio legame con l’identità locale hanno scelto di esprimerlo in tanti modi diversi. Ma sempre con un unico obiettivo: portare in tavola la genuinità degli ingredienti e il talento di chi sa fare ristorazione con un occhio di riguardo al passato e tanta voglia di proiettarsi nel futuro. Tutti uniti nel patto sottoscritto con il Consorzio di tutela dell’Abbacchio Romano IGP, perché non ci siano dubbi sul senso di coesione territoriale che cercano di trasmettere ogni giorno ai clienti che bussano alla porta.
L’iniziativa festeggia quest’anno la seconda edizione, dopo un primo round decisamente positivo, che ha centrato l’obiettivo del sodalizio: rivalutare un alimento storicamente importante per la tradizione gastronomica romana, l’Abbacchio Romano IGP. E non un agnello qualsiasi, ma il prodotto IGP che per primo, tra le carni ovine, ha ottenuto il riconoscimento di Indicazione Geografica protetta (esclusiva del territorio laziale). A valorizzarlo in cucina ci hanno pensato gli chef di undici ristoranti di varia estrazione, dalla tavola gourmet alla trattoria, ognuno chiamato a scegliere il taglio che preferisce – che si tratti di quinto quarto o parti dell’animale più pregiate – per esaltare il prodotto. Ecco perché nel piatto i clienti hanno potuto apprezzare pietanze ricercate o proposte più semplici che denunciano il proprio rapporto con le ricette tradizionali; ma anche interpretazioni d’autore dello Street food e accostamenti insoliti. hanno partecipato all’iniziativa del Consorzio di Tutela, con menu dedicati all’Abbacchio Romano IGP, Mazzo, Pigneto 1870, Primo al Pigneto, Alchimia Food Lab, Baccano, Il Convivio Troiani, Osteria Fernanda, Osteria di Monteverde, Satricvm, Le Colline Ciociare, Sora Maria & Arcangelo.
Fonte: Gambero Rosso