Un mercato difficile quello degli agrumi, specie per quel riguarda la burocrazia e la logistica. L’apertura del mercato cinese rappresenta un’importante opportunità ed è una grande sfida commerciale che i produttori siciliani vogliono affrontare, come spiega a ItaliaOggi Federica Argentati, presidente del Distretto Agrumi di Sicilia.
Un distretto che racchiude anche tutti i Consorzi di tutela delle produzioni di qualità – Arancia di Ribera DOP, Limone di Siracusa IGP, Limone Interdonato DOP, Arancia rossa di Sicilia IGP – e dalle associazioni che hanno chiesto il riconoscimento (Mandarino tardivo di Ciaculli e Limone dell’Etna)
Domanda. Qual è il significato di questa apertura?
Risposta. Può essere una grande opportunità se saremo in grado di sfruttarla. Si tratta di un mercato vastissimo ed esportare i nostri agrumi in un grande paese come la Cina non è affatto semplice, ci vuole una approfondito studio. Non ci si puo illudere che così, d’emblée, , si spalanchino le porte della Cina e si piazzino grandissime quantità di nostri agrumi.
D. Quanto può valere il mercato cinese?
R. Difficile fare una quantificazione di valore. Date le dimensioni potrebbe valere molto, moltissimo. Ma perché sia così dobbiamo dare il giusto valore ai nostri prodotti, dobbiamo essere in grado di valorizzare il prodotto siciliano e distinguerci da quelle provenienti da altri paesi che hanno costi più concorrenziali.
D. I produttori siciliani sono pronti a questa sfida?
R. Tranne poche eccezioni, l’agrumicoltura siciliana ha bisogno di prepararsi bene per affrontare questa sfida, resa ancora più complicata dai tempi di trasporto, 40 giorni via nave, e dalle restrizioni fitosanitarie. E poi dobbiamo avere esatta contezza dei quantitativi di agrumi prodotti in Sicilia per dare risposte certe a mercati tanto grandi come quello cinese.
D. Come si organizzeranno per affrontare e sfruttare l’opportunità?
R. I produttori vanno supportati in questo processo di avvicinamento al mercato cinese. Certamente non possono essere lasciati soli. Proprio per questo il 1° giugno nella sede dell’Aat Oranfresh a Catania abbiamo organizzato una giornata di confronto.
D. Quale sarà il ruolo del distretto?
R. Il distretto svolgerà anche in questo il proprio ruolo di accompagnamento, di formazione e di creazione di opportunità. Certamente il distretto non si occupa di commercializzazione che è invece un’azione di stretta pertinenza delle imprese.
D. Quanto vale l’export degli agrumi siciliani?
R. Non è facile quantificare in valore con esattezza l’export. L’ultimo dato che abbiamo risale al 2015 e riguarda il valore della produzione di agrumi ai prezzi di base: 638 mila giuro, il 13,62% del valore di tutta la produzione agricola siciliana, che è stata di 4,6 milioni di euro. Gli agrumi vengono prevalentemente venduti freschi, 75%, per consumo interno.
D. Quali sono oggi i mercati di riferimento?
R. Sicuramente quello Nordeuropeo anche se bisognerebbe lavorare meglio per far conoscere le nostre produzioni ai consumatori. Certamente l’embargo verso al Russia ha causato serie problematiche, perché ha interrotto un flusso in crescita.
Fonte: Italia Oggi