Grandi Formaggi DOP (Asiago DOP, Gorgonzola DOP, Mozzarella di Bufala Campana DOP, Pecorino Sardo DOP e Taleggio DOP) organizzano una serie di incontri formativi rivolti agli operatori del settore alimentare: gli ultimi due, dedicati al rapporto tra alimentazione, benessere e salute, si sono svolti nelle scorse settimane a Bari e a Modena.Dalla storia al legame con il territorio, dalle caratteristiche nutrizionali all’uso in cucina: tutti aspetti, questi, da valorizzare quando si tratta di comunicare un prodotto DOP (Denominazione di origine protetta), anche da parte di tutte quelle figure che propongono ogni giorno ai consumatori questi alimenti, come i negozianti e gli addetti vendita al banco nei supermercati.
“I consumatori sono sempre più attenti all’origine dei prodotti, al modo in cui sono ottenuti e con cui possono essere utilizzati, e il loro valore nutrizionale. I formaggi DOP dichiarano chiaramente dove sono ottenuti e il nome ne è il riferimento immediato. Poi l’origine del latte, la tecnica di lavorazione, la maturazione, la marchiatura, il taglio, il patrimonio di forme, colori, sapori, aromi”, spiega Leo Bertozzi, fondatore di Origin, rete internazionale delle Indicazioni Geografiche, ex direttore Parmigiano Reggiano e attuale segretario di Aicig, l’associazione nazionale dei Consorzi di Tutela DOP IGP. “Tutto questo ricco e complesso patrimonio di fattori rappresenta la ricchezza di prodotti ottenuti in modo artigianale, determinato dall’alimentazione degli animali, dal tipo di latte, dalla manualità del casaro, dalla sapienza dello stagionatore e, non ultimo, dalla capacità dell’addetto al banco vendita di spiegare le specificità dei vari formaggi e guidare il consumatore nella scelta d’acquisto”. In quest’ottica sono stati attivati incontri con cui comunicare le caratteristiche dei prodotti DOP rispetto ai quelli generici, condividendo con la grande distribuzione organizzata e i negozianti un percorso di co-creazione di valore che passa da azioni di informazione e formazione, prima di tutto verso quanti, quotidianamente, sono gli ambasciatori del prodotto nei punti vendita, ovvero banconieri e negozianti.
L’obiettivo è far “conoscere i disciplinari produttivi dei 5 grandi formaggi DOP italiani, degustarli in modo appropriato e oggettivo attraverso i parametri della valutazione sensoriale, dunque aspetto, struttura, aroma, sapore, approfondirne i contenuti nutrizionali per una corretta alimentazione, presentarli in modo adeguato da parte degli operatori sul banco vendita per soddisfare le richieste dei consumatori”, sottolinea Bertozzi. “Obiettivo principale è stato quello di presentare i formaggi DOP come parte del patrimonio culturale dei vari territori d’origine, e dunque valorizzarli per gli elementi di storia, tradizione, aspetto, caratteristiche nutrizionali che contraddistinguono. Da sempre i prodotti a denominazione d’origine hanno posto l’attenzione sul marchio che li contraddistingue e che ne rappresenta il modo più immediato per identificarli e valorizzarli. Altro elemento sempre presente è il legame col territorio. Poi le proprietà nutrizionali e la genuinità. Inoltre, l’uso in cucina. I piatti della tradizione gastronomica italiana e non solo, hanno nei formaggi del territorio un ingrediente essenziale per caratterizzarli”. Grandi Formaggi DOP è un progetto dei Consorzi di Tutela dei formaggi Asiago, Gorgonzola, Mozzarella di Bufala Campana, Pecorino Sardo e Taleggio, su finanziamento del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali.
Fonte: Italia Oggi