Italia Oggi Sette
L’Europa si affida al junk food per ripianare le casse degli stati. Mentre in Italia si discute della possibilità di introdurre un balzello sulle bibite gassate, sono già molti i paesi Ue che hanno deciso di tassare i cibi spazzatura o le bevande responsabili dell’epidemia di obesità dei mondo occidentale. Lo scorso anno il governo della Danimarca ha fatto da apripista, introducendo un’imposta sugli alimenti con oltre il 2,3% dei grassi saturi con l’obiettivo di utilizzare le risorse per ridurre le imposte sul lavoro. Anche la Francia ha tassato, dall’inizio dell’anno, le bibite con zuccheri aggiunti.La nuova imposta transalpina pesa sui produttori , che pagano 7,16 curo ogni 100 litri commercializzati, ma anche sui consumatori che pagano 11 centesimi in più per lattina. Il ricavato della tassa, stimato in circa 280 milioni di curo l’anno, è destinato a coprire le spese per Welfare e settore agricolo. Bevande nel mirino del Fisco anche in Ungheria dove è prevista una tassa per quelle i non salutari che contengono oltre 20 mg di caffeina ogni 100 ml. Mentre in Gran Bretagna, si è parlato più volte della possibilità di tassare il cibo spazzatura e di aumentare le tasse sull’alcol. Ma per il momento governo ha solo vietato la pubblicità delle merendine in tv e sui giornali. Situazione più complessa sull’altro versante dell’Atlantico. A New York, il sindaco Michael Bloomberg ha proposto all’inizio dell’estate una norma che metteva al bando le bibite gassate e zuccherate in taglia maxi. Se la proposta verrà approvata, da marzo 2013 spariranno le bottiglie e bevande alla spina extra-large. Mentre lo scorso anno il Parlamento di Los Angeles si è espresso positivamente su un disegno di legge che prevede l’imposizione di una tassa di un penny su ogni bevanda ad alto rischio per il mantenimento del giusto peso corporeo dei cittadini californiani.