L’Asparago di Cantello ha ottenuto l’IGP, ovvero l’Indicazione Geografica Protetta, nel 2016. Ma ad oggi e, probabilmente, fino al 2022, non potrà usare questo marchio destinato soltanto ai migliori prodotti alimentari dell’Unione Europea. Il motivo? A seguito di un controllo, non è arrivato il via libera, perché non si rispettavano alcune norme del disciplinare, vale a dire l’insieme di regole sulla coltivazione, la zona di raccolta, la lavorazione, eccetera. Di conseguenza questo documento è stato modificato e ora bisognerà attendere, nuovamente, l’iter di approvazione. Una storia paradossale, se si pensa a tutta la fatica compiuta per ottenere l’IGP e al potenziale volano che essa può dare. Una premessa, comunque, è d’obbligo e va detta a chiare lettere. L’Asparago bianco di Cantello rimane buonissimo con o senza IGP. Semplicemente, rispetto a quanto dettato dal disciplinare, non sono state seguite alcune questioni tecniche. E quindi la qualità del prodotto, come ben sa chi lo ha assaggiato in questi anni, è stra-garantita. Tuttavia, «per ottenere l’IGP – spiega Giannino Brusa, presidente dell’Associazione per la produzione dell’Asparago di Cantello e per il suo riconoscimento IGP – abbiamo dovuto realizzare un disciplinare con regole da seguire. Evidentemente abbiamo scritto restrizioni troppo severe, che si sono ritorte contro».
Un esempio su tutti: nel vecchio disciplinare c’era scritto che «i terreni destinati a questa coltura devono essere franco-sabbiosi». In realtà, non tutti i campi coltivati ad asparago hanno questa caratteristica. L’asparago cresce lo stesso alla grande, ma l’organismo di controllo ha evidenziato questa mancanza, così come altre. Quindi, per rientrare nei parametri, si è deciso di riscrivere alcune parti del disciplinare. E ora si dovranno aspettare tutti i passaggi di autorizzazione per poi utilizzare l’IGP a pieno titolo, grazie anche all’affiancamento dei tecnici dell’ufficio Qualità della direzione generale Agricoltura, alimentazione e sistemi verdi di Regione Lombardia.
«Forse – conclude Brusa – siamo partiti troppo di slancio, non descrivendoci per quello che in realtà siamo. Speriamo che venga sistemata la questione perché, fra tutto, è ormai da dieci anni che siamo in ballo. L’Asparago cantellese, sia chiaro, è buonissimo lo stesso, soltanto che, se ti dai delle regole, devi seguirle». E ora che succede? Ci saranno vari passaggi e approvazioni, prima al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali e poi all’Unione Europea. Alla fine, solo i produttori controllati potranno utilizzare la denominazione registrata. I tempi per concludere l’iter non sono certi ma, secondo fonti regionali, si va da un anno e mezzo a due anni. Quindi per due stagioni di raccolta, l’Asparago di Cantello rimarrà senza marchio IGP. Sarà un asparago buono, certo. Ma lievemente “spuntato”.
Fonte: La Prealpina