La Stampa
La domanda a cui rispondere è solo una: perchè? Già perchè fare la spesa in Italia costa l’11% in più della media dei 27 paesi aderenti all’Unione Europea? Non siamo i peggiori d’Europa (spendono di più danesi, irlandesi, austriaci, finlandesi, svedesi e abitanti del Lussemburgo.) ma per acquistare latte formaggi e uova paghiamo una differenza del 26%. Epiù care sono anche carne (+15%) pane e altri cereali (+14%). Resta da capire se i prezzi più alti abbiamo contribuito al calo dei consumi interni. Secondo la Cia, la confederazione italiana degli agricoltori che ha celebrato la sua settima conferenza economica più di 16 milioni di famiglie italiane (due su tre), nel 2012, hanno tagliato gli acquisti per la tavola, con un calo dei consumi del 3,2 per cento rispetto al 2011.
Secondo De Filippis, però, il differenziale dei prezzi tra Italia e Ue è legato «alle nostre tradizioni alimentari e al fatto che malgrado la crisi, che ha tagliato le spese per i consumi, le famiglie italiane continuano a scegliere prodotti di qualità e, soprattutto, sicuri». E «qualità e sicurezza, naturalmente hanno un costo aggiuntivo».