Uno studio della Fondazione Qualivita, basato sul modello FAO-oriGIn per la Strategia di Sostenibilità delle Indicazioni Geografiche, analizza i processi produttivi e di gestione delle IG agroalimentari italiane, l’attuale quadro normativo di riferimento e gli schemi di certificazione esistenti, per supportare il processo di transizione del sistema DOP IGP
Come annunciato nella fase di insediamento della nuova Commissione europea nel luglio del 2024, il Green Deal rimane tra le priorità dell’UE per rafforzare l’eco-sostenibilità in tutti i settori dell’economia. Negli ultimi anni sono stati adottati vari interventi, come la strategia per la biodiversità, la legge sul clima, il piano d’azione per l’economia circolare, la riforma della Politica Agricola Comune (PAC) 2023-2027 e la strategia Farm to Fork, quest’ultima particolarmente rilevante con vari obiettivi da raggiungere entro il 2030 anche attraverso l’adozione e la revisione di atti legislativi in importanti ambiti della politica agricola. Tra questi c’è il nuovo Regolamento UE 2024/1143 che riforma il sistema delle Indicazioni Geografiche, rappresentando un passaggio epocale per il comparto, e che integra la sostenibilità come principio cardine del sistema delle IG, perché non solo preservino la qualità e il legame con il territorio, ma contribuiscano a uno sviluppo più equilibrato e responsabile dei territori. Il sistema delle Indicazioni Geografiche è indicato non solo come un modello di eccellenza qualitativa, ma anche come riferimento per la transizione verso pratiche produttive più sostenibili.
Le Indicazioni Geografiche, i Consorzi di tutela e le imprese delle filiere IG sono perciò chiamati a svolgere un ruolo cruciale nella transizione verde del settore agroalimentare che si trova ad affrontare una sfida epocale di adeguamenti strutturali e strategici.
Per orientare le azioni future, è quindi necessario partire da una conoscenza approfondita della reale situazione del sistema, attraverso l’osservazione delle filiere con modelli e strumenti di analisi idonei. Alla luce di questo scenario Fondazione Qualivita, supportata dal Ministero dell’agricoltura, ha realizzato uno studio che effettua una prima mappatura della sostenibilità nel settore delle Indicazioni Geografiche italiane, con l’intento di fornire ai Consorzi di tutela e alle istituzioni strumenti conoscitivi e analitici, in grado di offrire una visione dell’attuale situazione del settore DOP IGP.
Giovanni Gennai
statistico, responsabile dell’Area Ricerca della Fondazione Qualivita, si occupa da 10 anni di monitoraggi, analisi dati e realizzazione di paper di settore per il sistema agroalimentare delle IG.
Metodologia
Lo studio di Fondazione Qualivita sulla sostenibilità del sistema agroalimentare delle IG italiane è stato realizzato nel 2024 attraverso una serie di analisi su più ambiti utili a effettuare valutazioni e pianificare strategie per una gestione efficace e adeguata delle filiere DOP IGP. Come schema metodologico di riferimento è stato considerato quello proposto da FAO e oriGIn, enti che collaborano dal 2016 allo sviluppo di un sistema di valutazione della sostenibilità delle IG. Questa collaborazione ha portato alla definizione della Strategia di Sostenibilità per le Indicazioni Geografiche (SSGI), un modello costruito su un lavoro di ricerca scientifica che ha sviluppato un tool di 442 indicatori utilizzabili dai singoli sistemi per valutare e monitorare lo sviluppo sostenibile delle IG e il loro impatto sull’ambiente e le comunità locali. Nel 2024 FAO e oriGIn hanno pubblicato un report che fornisce una guida pratica per l’implementazione della SSGI, offrendo alle organizzazioni delle Indicazioni Geografiche uno strumento per identificare priorità, valutare le prestazioni e migliorare la sostenibilità dei loro sistemi. Il rapporto supporta concretamente l’analisi e l’incremento dell’efficacia delle Indicazioni Geografiche, nell’ambito di uno schema che suddivide i 442 indicatori della sostenibilità in quattro pilastri fondamentali: Resilienza economica, Buona Governance, Benessere sociale e Integrità ambientale. Prendendo come riferimento il modello fornito dalla SSGI, lo studio di Qualivita ha interessato una serie di analisi su più ambiti, esaminando la documentazione delle filiere come i disciplinari, i piani di controllo, gli statuti dei Consorzi di tutela, analizzando gli aspetti normativi e certificativi legati alla sostenibilità ambientale, sociale ed economica nel comparto agroalimentare. L’aspetto innovativo dello studio risiede nel tentativo di mettere in relazione tre elementi necessari per definire una strategia di sostenibilità: le norme vigenti, gli schemi di certificazione e l’analisi dei processi produttivi insieme alla complessiva gestione delle Indicazioni Geografiche. L’interconnessione di questi tre aspetti rappresenta il punto di incontro tra la necessità di conformarsi al quadro giuridico (norme), garantire trasparenza e qualità dei prodotti (certificazione) e adottare pratiche sostenibili in risposta alle crescenti esigenze dei consumatori, dei mercati e dei territori (processi produttivi e gestione IG).
Risultati
La piattaforma di tracciabilità basata su Blockchain Green è stata sviluppata per rispondere alle esigenze della filiera della Fontina DOP, digitalizzando le informazioni lungo tutte le fasi di produzione, dalla raccolta del latte fino alla vendita. Essa consente agli operatori di registrare dati cruciali, garantendo trasparenza e immutabilità attraverso l’integrazione del database relazionale e la Blockchain Algorand, caratterizzata da basso consumo energetico e costi ridotti grazie al meccanismo di consenso Pure Proof-of-Stake. Il sistema, come illustrato nella Figura 2, permette agli operatori di accedere alla piattaforma per inserire informazioni relative alla propria fase operativa, come la quantità di latte raccolta, i dettagli della trasformazione, i periodi di stagionatura e le date di confezionamento. Una volta completata la fase di preparazione della confezione, i dati vengono incapsulati in formato JSON (JavaScript Object Notation) e inviati alla blockchain, garantendo l’immutabilità delle informazioni e minimizzando i costi operativi. Il formato JSON utilizzato per lo scambio di dati tra i sistemi, organizza le informazioni in strutture chiave-valore facilmente leggibili. Ogni transazione registrata include elementi critici come timestamp, nome dell’operatore e i dati immessi. Grazie alla sua compattezza, JSON riduce il peso di tali dati, rendendo la comunicazione più efficiente e agevolando l’integrazione con la Blockchain Algorand.
Un altro aspetto fondamentale è l’utilizzo degli HASH crittografici per proteggere i dati registrati. L’HASH è una firma digitale unica generata dalle informazioni di una transazione. Anche un minimo cambiamento nei dati originali produce un HASH completamente diverso, rendendo immediatamente visibili eventuali tentativi di alterazione. Questo garantisce l’integrità delle informazioni e una sicurezza elevata per tutte le transazioni registrate lungo la filiera. L’adozione della piattaforma ha permesso di ottenere importanti benefici per la filiera della Fontina DOP. La digitalizzazione di ogni fase della filiera ha migliorato lo scambio di informazioni tra gli attori coinvolti e ha garantito ai consumatori una maggiore trasparenza, permettendo loro di accedere ai dati tramite un QR code. L’utilizzo della Blockchain Algorand ha assicurato l’immutabilità dei dati stessi, preservando l’integrità del processo con un ridotto consumo di energia, dimostrando così un elevato livello di sostenibilità ambientale. Inoltre, il sistema è stato progettato per essere economicamente efficiente: limitando le transazioni blockchain al completamento della fase di confezionamento, i costi operativi sono stati contenuti a meno di 0,01 cent USD per transazione.
Lo Schema di riferimento
La Strategia di Sostenibilità per le Indicazioni Geografiche (SSGI) elaborata da FAO e oriGIn propone un tool di 442 indicatori – per identificare le priorità, valutare le prestazioni e monitorare lo sviluppo sostenibile delle IG – suddivisi in quattro pilastri fondamentali.
RESILIENZA ECONOMICA – 135 INDICATORI
La resilienza economica è la dimensione direttamente collegata al soddisfacimento dei bisogni umani. Le IG offrono un modello di sviluppo economico fondato sulla qualità e sull’unicità, rendendole una risorsa fondamentale per la resilienza delle economie locali.
BUONA GOVERNANCE – 89 INDICATORI
La buona governance è legata al processo di assunzione e attuazione delle decisioni ed è fondamentale per rendere reale la sostenibilità. Il sistema delle IG si basa su regole chiare, trasparenza e cooperazione tra attori pubblici e privati, costituendo un esempio concreto di buona governance.
BENESSERE SOCIALE – 102 INDICATORI
Il benessere sociale riguarda il soddisfacimento dei bisogni umani fondamentali e la garanzia del diritto e della libertà di soddisfare le proprie aspirazioni verso una migliore qualità della vita. Le IG sono strettamente legate alle comunità locali, da un punto di vista storico, culturale ed economico, e contribuiscono al loro benessere sociale.
INTEGRITÀ AMBIENTALE – 116 INDICATORI
Integrità ambientale significa mantenere i sistemi di supporto vitale essenziali per la sopravvivenza umana riducendo al minimo gli impatti ambientali negativi e promuovendo impatti positivi. Le IG proteggono e promuovono metodi produttivi che rispettano l’ambiente e la biodiversità. La coltivazione e la produzione legate alle IG si basano spesso su tecniche tradizionali e sostenibili.
Analisi
L’attività di analisi dello studio di Qualivita è stata sviluppata in quattro ambiti principali:
Analisi processi produttivi e di gestione delle IG.
Analisi sui disciplinari di produzione e sulla documentazione ufficiale di un campione di prodotti DOP IGP rispetto al modello di analisi SSGI. Su un campione rappresentativo di 30 prodotti DOP IGP sono stati analizzati il disciplinare di produzione, il piano dei controlli, il piano tariffario, lo statuto del Consorzio e il piano di regolazione dell’offerta (se presente). Per ogni prodotto sono stati analizzati i documenti e ogni elemento di sostenibilità riscontrato è stato collegato a uno degli indicatori SSGI. I risultati, per ogni prodotto, sono stati riportati in schede di sintesi con la mappatura degli elementi di sostenibilità rilevati e il confronto con il benchmark per categoria merceologica. Lo studio risponde al duplice obiettivo di offrire un’analisi della sostenibilità del processo produttivo delle filiere, come base conoscitiva di partenza per la valutazione e la pianificazione di azioni di transizione, e di fornire un’analisi del settore sulla base delle evidenze emerse.
Norme e regolamenti.
Analisi della normativa europea e nazionale con collegamenti diretti e indiretti con il tema della sostenibilità dei sistemi agroalimentari e delle Indicazioni Geografiche. L’analisi restituisce una mappatura delle normative rilevanti in termini di impatto concreto sulla sostenibilità delle imprese, in base ai quattro pilastri dello schema SSGI, considerando gli adattamenti necessari per conformarsi alle nuove leggi, i benefici attesi, i costi e le sfide derivanti. L’analisi risponde all’obiettivo di fornire uno strumento per identificare i riferimenti alle norme che possono influenzare l’adozione di pratiche sostenibili, semplificando la comprensione delle disposizioni e facilitandone l’applicazione in contesti concreti da parte dei Consorzi di tutela e delle imprese.
Schemi di certificazione.
Monitoraggio sui principali strumenti di certificazione, di organizzazioni e di prodotto, dedicati alla sostenibilità nel settore agroalimentare. Lo studio offre una mappatura degli schemi suddivisi in tre aree (certificazione regolamentata, certificazione volontaria, verifica e validazione) presentati con un format sintetico che riporta il legame con la sostenibilità, l’impatto relativo all’adeguamento di specifiche norme, i soggetti di riferimento e il collegamento con gli obiettivi di sviluppo sostenibile della FAO (SDGs). L’analisi risponde all’obiettivo di fornire una guida per accrescere la competenza dei Consorzi e delle imprese delle filiere DOP IGP sugli strumenti di certificazione disponibili a sostegno della sostenibilità, offrendo indicazioni per operare valutazioni e scelte più consapevoli per la loro efficace applicazione.
Indagine sui Consorzi di tutela.
In questa sezione si riportano i risultati di un’indagine diretta svolta presso i Consorzi di tutela del settore agroalimentare DOP IGP sul tema della sostenibilità nelle filiere. Su un campione di 92 Consorzi (che rappresentano l’86% del valore di settore e oltre 35.000 operatori associati) sono state rilevate le iniziative promosse, gli strumenti utilizzati, i soggetti coinvolti, le partnership attivate e altri aspetti specifici per lo sviluppo della sostenibilità nelle filiere DOP IGP. Sono inoltre state indagate le prospettive del settore, con i progetti innovativi in atto promossi dai Consorzi, gli obiettivi di sostenibilità per il futuro, le difficoltà riscontrate, l’attività di comunicazione della sostenibilità, ecc. L’indagine risponde all’obiettivo di restituire una fotografia dell’attuale presenza e percezione del tema della sostenibilità nei Consorzi di tutela del settore agroalimentare DOP IGP.
Risultati
I risultati dello studio evidenziano che il pilastro della resilienza economica è il più sviluppato nel settore dei prodotti DOP IGP, confermando il ruolo cruciale dei Consorzi di tutela nel garantire la stabilità economica delle filiere produttive e nella valorizzazione dei territori. Tuttavia, esistono ampie opportunità di miglioramento, in particolare per il pilastro dell’integrità ambientale e per la buona governance. Il settore lattiero- caseario si è dimostrato il più avanzato in termini di sostenibilità, seguito dal settore prodotti trasformati a base di carne e dal settore prodotti ortofrutticoli. Le principali aree di miglioramento evidenziate dal rapporto includono la gestione del rischio climatico, la riduzione delle emissioni di gas serra, la promozione di pratiche di conservazione del suolo e delle risorse idriche, così come l’incremento della formazione formale e informale, la consapevolezza in tema di igiene e sicurezza, e la corretta identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi. Questi aspetti, ancora poco rappresentati nei disciplinari di produzione e nella documentazione ufficiale di gestione della filiera, potrebbero essere meglio integrati nelle strategie dei Consorzi di tutela e formalizzati nei documenti di riferimento per promuovere una maggiore sostenibilità complessiva.
Conclusioni
Lo studio si propone come un supporto e uno stimolo per i Consorzi di tutela nel proseguire e migliorare le loro attività di sostenibilità, assicurando non solo la qualità dei prodotti, ma anche un impatto positivo sulle comunità e sull’ambiente. L’analisi è uno strumento in mano ai Consorzi per consentire una migliore valutazione delle scelte di sostenibilità della filiera IG sulla base degli elementi più forti o più deboli riscontrati. L’analisi effettuata può rappresentare un primo passo per impostare un approccio condiviso alla sostenibilità per il sistema delle Indicazioni Geografiche italiane. Anche grazie ai risultati della ricerca, le indicazioni riferite alle tematiche produttive possono integrarsi con le normative e con le certificazioni nell’ambito di un piano strategico del Consorzio e della filiera.
A cura della redazione
Fonte: Consortium 2024_04