La Repubblica
Forte dei suoi novant’anni, Giulia Maria Crespi, presidente onorario del Fai (Fondo per l’ambiente italiano) non nasconde il proprio stato d’animo e lancia l’allarme sul degrado del Belpaese, sul dissesto del territorio sui pericoli che minacciano il nostro patrimonio naturale e paesaggistico. “Sono molto preoccupata, la situazione è grave e angosciante». Di che cosa c’è bisogno per rilanciare l’attività agricola in Italia? «In attesa della nuova Pac europea, la politica agricola comune che però – ahimè – pare voglia diminuire i compensi agli agricoltori, bisogna innanzitutto snellire la burocrazia. Gli agricoltori perdono i tre quarti del loro tempo a fare pratiche su pratiche. Poi, occorre sostenere economicamente la produzione dei nostri straordinari prodotti locali, attraverso sgravi fiscali
sul lavoro dipendente e magari con l’imposizione di dazi doganali (anche se mi dicono che per questo ci sono difficoltà): non possiamo continuare a importare aglio dalla Cina, pomodori dal Marocco o kiwi dalla Nuova Zelanda! E un ulteriore impulso va dato all’agricoltura biologica che può consumare meno acqua, evitagli additivi chimici o i diserbanti e così salva la biodiversità tanto necessaria per l’equilibrio dell’ambiente».