La Nuova Ferrara
Gli organizzatori delle sagre: «Un’opportunità per far conoscerei i prodotti fuori provincia, siamo orgogliosi». Un quarto di goletta, un quarto di capocollo, un quarto di pancetta, un quinto di spalla, il 3% di lingua e il 2% di fegato: la Salama da sugo, quella IGP, è servita. Il gustoso prodotto ferrarese, tramandato dai beccai della Corte Estense fino ai giorni nostri, è ormai a un passo dall’ottenimento dell’Indicazione geografica protetta, un iter avviato nell’ottobre del 2012, quando Regione e Ministero dell’Agricoltura riconobbero degni di attenzione i documenti presentati dalla Carnera di Commercio a riconoscimento del marchio, e nella sede di Largo Castello si tenne l’audizione di pubblico accertamento. Ieri il presidente della Commissione agricoltura dell’Europarlamento, Paolo De Castro, ha annunciato che il traguardo è vicinissimo: la domanda di registrazione è stata infatti pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, e a partire da ora bisognerà attendere tre mesi per raccogliere eventuali obiezioni, secondo l’iter previsto, prima di avere certezza e ufficialità di potersi fregiare del marchio IGP.