La Sicilia
Non è choc, perché altrimenti sarebbe Ciàula che scopre la luna. Ma è un misto fra stizza e rabbia. Soprattutto fra gli addetti ai lavori. «Sono rimasto allibito», confessa il presidente di Confagricoltura Catania, Giovanni Selvaggi. Che poi riassume così la rabbia: «È purtroppo l’ennesima conferma che nell’agrumicoltura siciliana persiste una specie di maledizione, quella per cui i forti rimangono sempre a galla e i deboli affogano». Com’era prevedibile il mondo agricolo siciliano s’indigna. E reagisce alla nostra inchiesta sulla beffa della filiera dell’Arance Rosse di Sicilia IGP
prodotto conferito in campagna a 0,15 euro al chilo e prezzo finale di 3 euro per una spremuta (in bicchiere da circa 20 cl) in Autogrill, con un ricarico del 10.000%. «È necessario verificare e controllare cosa succede in tutti i passaggi ed ottenere accordi equi nell’interesse dei produttori e consumatori. Sono anni che questa forbice pesa sui nostri agrumicoltori costretti a svendere il prodotto che invece potrebbe servire proprio per incentivare il consumo di spremute», sostengono il presidente e il direttore della Coldiretti regionale, Alessandro Chiarelli e Giuseppe Campione. La richiesta dei rappresentanti dei produttori: «Bisogna incentivare il consumo di spremute a prezzi equi perché sono evidenti le speculazioni nell’ambito della filiera agrumicola».
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