Contro il cibo artificiale si schierano con Coldiretti i big dell’agroalimentare tricolore, oltre ai consorzi di Grana Padano e Parmigiano Reggiano il ministro Lollobrigida: “Per carne e latte artificiali abbiamo chiesto a Bruxelles le verifiche che si fanno per i farmaci”
Nasce l’alleanza della filiera agroalimentare italiana contro il cibo Frankenstein. Nel giorno in cui arriva l’annuncio che l’israeliana Steakholder Foods è riuscita a produrre il primo filetto di orata artificiale, biostampato con una stampante 3D e a poche ore dallo stop per la pesca a strascico nel Mediterraneo entro il 2030, confermato dalla Ue, Coldiretti e Filiera Italia hanno chiamato a raccolta gli organismi più rappresentativi del settore.
A fare da cornice all’evento il convegno dedicato agli attacchi in corso al made in Italy a tavola che ha aperto l’edizione 2023 di Tuttofood, in corso da ieri a Milano.
All’appello hanno risposto Assocarni, i consorzi di tutela del Parmigiano Reggiano e del Grana Padano, Assolatte, Unaitalia (avicoli), Assica (salumi), assieme ad alcuni cattedratici che dovrebbero dar vita ad un osservatorio dedicato proprio ai prodotti artificiali destinati a finire a tavola: Felice Adinolfi (Università di Bologna), Antonio Gasbarrini, direttore di gastroenterologia al Gemelli, Pier Sandro Cocconcelli, professore di microbiologia degli alimenti all`Università Cattolica.
«Una risposta unitaria eccezionale da parte di tutta la filiera zootecnica italiana, come eccezionale e mai vissuto prima è il rischio a cui tutti noi siamo esposti» ha affermato Luigi Scordamaglia, consigliere delegato di Filiera Italia: «Le organizzazioni qui riunite rappresentano una filiera che vale in Italia circa 55 miliardi di euro con un totale di circa 550mila addetti» ha aggiunto, e «questo è quello che carne, latte, pesce sintetici metterebbero a rischio».
Al convegno ha partecipato il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, che ha difeso il provvedimento adottato dal governo italiano proprio per bloccare produzione e vendita degli alimenti da laboratorio. «A Bruxelles» sul cibo sintetico «ho avanzato la richiesta di non passare dalle procedure di novel food ma di passare attraverso il processo di verifica attribuito ai farmaci, molto più lungo e approfondito che garantisca, rispetto a una scelta epocale di questa natura, una percezione da parte delle popolazioni che sia quella corretta».
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Fonte: Libero Quotidiano